Warriors, Klay Thompson: "L'infortunio nelle Finals mi ha fermato all'apice della mia carriera"
Klay Thompson scalpita, nella speranza di tornare a vedere il parquet il più presto possibile. La stella dei Golden State Warriors, fresco di rinnovo da 190 milioni di dollari in cinque anni con i californiani, è alle prese con il recupero dall’infortunio subito in Gara-6 delle ultime NBA Finals contro i Toronto Raptors, che lo terrà fermo quantomeno fino al mese di Gennaio 2020.
Ed è proprio a quel momento, cadendo (male) dopo un tentativo di schiacciata in transizione a 2’22” dalla fine del terzo quarto della sfida che ha consegnato il titolo ai canadesi, che il #11 di Golden State vuole tornare: “Questa è la parte più dura dello sport. Quando arrivi al top, può succedere qualcosa di traumatico. Onestamente, durante le ultime Finals mi sentivo all’apice della mia carriera in NBA; ero al meglio, sia per come tiravo sia per come difendevo“.
“Nelle Finals precedenti mi sentivo in grado di fare la differenza; nelle ultime, invece, mi sentivo uno dei migliori in assoluto in campo. Mi sentivo inarrestabile“, aggiunge Thompson, che parla anche dei due tiri liberi tirati dopo essersi fatto male: “Qualcosa in me mi ha detto che era la cosa più giusta da fare. Erano le NBA Finals, e non avevo intenzione di lasciare punti per strada. Non è facile fare qualche punto in occasioni del genere, e ci sono tanti che, in tutta una carriera, non avranno mai questa possibilità“.
“A caldo, non appena finita la partita, sinceramente ero convinto che l’infortunio non fosse serio; ripensandoci poi, a mente fredda e risentendo la reazione del pubblico della Oracle Arena, allora ho realizzato. Il fatto di esser tornato in campo a tirare quei due liberi avevano una finalità molto importante per me, ovvero dimostrare alla gente quanto ci tenessi e quanta voglia avessi di restare in campo“, conclude Thompson.