Warriors vincono in Gara1 contro i Nuggets, con Poole protagonista. Kerr: "Non ha paura di niente"
Sono cominciati con il piede giusto i Playoff 2022 dei Golden State Warriors, i primi dal 2019. In un Chase Center tutto esaurito, i ragazzi di coach Steve Kerr si sono portati avanti nella serie contro i Denver Nuggets, vincendo e convincendo (107-123), e soprattutto mettendo in vetrina un Jordan Poole molto incisivo (30 e 9/13 dal campo, 5/7 da tre), che non ha fatto rimpiangere uno Stephen Curry (16+4 ast) appena rientrato dall’infortunio e utilizzato in uscita dalla panchina.
“Non ha assolutamente paura del momento anzi, non vede l’ora“, dice coach Kerr su Poole. “La fiducia non gli manca di certo, quella giocata ce l’ha insita in sé stesso” – aggiunge Curry – “Per fare certe giocate devi avere la creatività giusta e tanta fiducia in te stesso, non puoi improvvisare. Noi viviamo da anni con i risultati, Jordan sta cominciando adesso ed è divertente da vedere. Il fatto che lui riesca in giocate in pick-and-roll con me e Klay distanziati, la conduzione di Dray e le capacità di Wiggins, ci fa capire che abbiamo molte scelte per produrre attacchi importanti“.
La parola passa a Klay Thompson, che prima si esprime sulla nuova Death Lineup di Golden State (“È uno spettacolo spaventoso quando riusciamo ad andare davvero ed è solo la prima volta che giochiamo sul serio assieme“), poi sposta il focus sul rientrante Curry: “È stato fantastico. Nel primo tempo i suoi tiri erano un po’ corti, ma c’era da aspettarselo, dato che rientrava da un lungo stop. Ma è Steph Curry e già solo la sua gravità sul gioco, la minaccia della sua sola presenza lo rendono il migliore, ci rendono una contender. È davvero dura difendere su di noi; vero, siamo un po’ sottodimensionati, ma sei costretto a portare una forza difensiva, un’intensità e un’energia molto alti“.
Tocca quindi proprio a Poole, che però si concentra sull’impatto di Draymond Green: “Ha fatto un grande salto di qualità. Essendo il nostro leader, noi ci nutriamo della sua energia, della sua visione di gioco, del suo essere aggressivo e del suo saper impattare contro l’MVP. Ci aiuta tanto il suo essere forte in difesa e il modo in cui controlla i nostri attacchi nella metà campo offensiva“.