Warriors, problemi anche per Draymond Green. Lacob: "Tanking? Non si migliora cercando di perdere"
Non finiscono mai i guai in casa Golden State Warriors. Dopo l’infortunio alla mano sinistra che costerà a Stephen Curry uno stop di almeno tre mesi, nel match di stanotte contro i San Antonio Spurs, vinto dai texani al Chase Center per 127-110, si è fermato anche Draymond Green. L’Orso Ballerino ha rimediato un infortunio all’indice della mano sinistra, e si è presentato davanti ai microfoni con una vistosa fasciatura.
“Mi sono fatto male ad un dito, problemi di legamenti credo… Non so, vedremo domani (oggi ndr)” – ha spiegato Green, anticipando la sua sottoposizione ad una risonanza magnetica che dovrebbe chiarire meglio l’entità del problema – “Fa abbastanza male e, dal momento che il tutto si è verificato, nel secondo quarto credo, non sono più riuscito ad afferrare il pallone. Per questo ho effettuato tanti passaggi con una sola mano e dribblavo verso sinistra usando sempre la mano destra. Spero che il dolore si calmi durante la notte, poi vedremo“.
Draymond parla poi anche dell’atmosfera vissuta nel palazzetto, influenzata in negativo da tutto quello che sta succedendo: “C’era meno gente delle ultime volte, ma ce lo aspettavamo (nonostante il report parli di sold out, ndr). C’è sicuramente un’atmosfera diversa, usuale quando vivi una situazione come la nostra. Tu speri che la gente viaggi con te sia nei buoni che nei cattivi momenti, ma questa è la realtà. Usciremo rafforzati da tutto ciò, ed è l’unica cosa che conta“.
La parola passa quindi ad uno sconsolato Steve Kerr, che anticipa un futuro utilizzo con minutaggio ridotto per Green, dopo aver detto prima della partita che l’ultima cosa che vuole è perdere anche lui per un eventuale infortunio (poi effettivamente arrivato): “Di certo non vogliamo utilizzarlo 40 minuti a sera, sarebbe troppo. Adesso abbiamo ad esempio un back-to-back, tornando subito in campo. Con Draymond ci muoveremo gara per gara, vedendo cosa potrà fare; stasera eravamo lì a terzo quarto inoltrato e l’abbiamo utilizzato qualche minuto in più del previsto, sperando potesse darci una mano. Credo abbia giocato bene“.
Con un inizio di stagione davvero agli antipodi rispetto all’ultimo quinquennio (1-4 al momento), con un roster ormai privo totalmente delle certezze del passato, oltre che giovanissimo (3° su 30 in questa speciale statistica) ed inesperto, in tanti prevedono una stagione per i californiani all’insegna del tanking, pur con il mutamento delle regole al riguardo avvenuto di recente. Un’ipotesi, questa, respinta con forza da Joe Lacob, presidente di Golden State.
“Il tanking? È contro ogni cosa che io, noi, la franchigia tutta rappresentiamo. Non si migliora una squadra cercando di perdere ogni partita o quasi” – replica secco Lacob – “Combatteremo come se fossimo all’inferno; Vogliamo far crescere i nostri giovani imparando a vincere. Tutta la franchigia è stata costruita con una mentalità vincente, e potete giurarci che torneremo a vincere. Chiaro, incontreremo qualche ostacolo lunga la strada; ma non accetteremo mai di perdere senza aver dato tutto“.