Warriors, presentato JaMychal Green: "Non potevo dire di no dopo la chiamata di Kerr"
Dopo la vittoria del loro ennesimo anello la scorsa stagione, i Golden State Warriors hanno confermato gran parte del roster laureatosi campione pochi mesi fa, intervenendo sul mercato solo per colmare i vuoti lasciati dalle poche partenze.
Uno degli ultimi giocatori ad unirsi ai Dubs è stato il veterano JaMychal Green: dopo due stagioni ai Denver Nuggets, il trentaduenne nativo dell’Alabama è stato inviato a giugno agli Oklahoma City Thunder insieme ad una prima scelta futura in cambio della chiamata nr.30 dell’ultimo Draft (ovvero Peyton Watson), ed ha esercitato il buyout previsto nel suo contratto poche settimane fa per unirsi a Curry e compagni.
Nella sua conferenza stampa di presentazione Green, che occuperà probabilmente il ruolo dalla panchina che l’anno scorso spettava ad Otto Porter Jr (passato ai Toronto Raptors), ha svelato alcuni retroscena sulla trattativa che lo ha portato a vestire la divisa gialloblu: “Ero in vacanza in Giamaica e non mi aspettavo nulla di tutto questo, stavo ancora cercando una squadra a cui unirmi” – racconta l’ex Nuggets, Grizzlies, Clippers e Spurs – “Poi mi è arrivata sul telefono una chiamata di coach Steve Kerr”.
“Mi ha detto che erano interessati a me, ad aggiungermi al roster, e mi ha convinto subito. Dopo avergli parlato non potevo proprio rifiutare, gli ho detto che non vedevo l’ora di giocare per un’organizzazione così vincente come i Warriors, ho accettato immediatamente. Subito dopo ho chiamato il mio grande amico Draymond Green, era felicissimo anche lui della notizia”.
“Il mio obiettivo è di dare il 100% ogni volta che il coach mi chiamerà in campo” – prosegue Green – “È quello che ho sempre fatto e che mi ha permesso di arrivare a questo punto della mia carriera. Mi piace difendere e giocare duro, non ho problemi a sporcarmi le mani, cercherò di essere un cambio all’altezza di Draymond e farò tutto ciò che serve per aiutare la squadra a vincere”.
Infine, ai giornalisti che gli fanno notare come le sue percentuali al tiro negli ultimi mesi ai Nuggets fossero calate drasticamente (sotto il 26% da oltre l’arco), Green spiega: “Ho avuto alcuni problemi al polso, ad un certo punto della stagione ho iniziato a prendermi molti meno tiri e quindi ho perso fiducia. Ma ora sto bene, non vedo l’ora di giocare con i miei nuovi compagni”.