WARRIORS-PELICANS: Top & Flop della serie
E’ finita come doveva finire. Cioè con i Golden State Warriors in carrozza al secondo turno di playoff nonostante un Anthony Davis spaventoso alla sua prima apparizione in post-season. Troppo forti i ragazzi di coach Kerr per poter anche solo immaginare una caduta con l’ultima qualificata ad Ovest, seppur nella competitivissima Western Conference. Il colpo di grazia lo ha dato gara 3, con la rimonta e la vittoria ai supplementari dei figli della Baia: è stato lì che a New Orleans hanno capito che essere arrivati fino a quel punto era grasso che colava.
Rileggiamo una serie mai davvero in discussione attraverso i top e i flop delle due squadre.
GOLDEN STATE WARRIORS
Top: dire Stephen Curry sarebbe troppo facile. Vero. E però come fai a non parlare di uno che, di media, fa 33.8 punti, 5.3 rimbalzi, 7.3 assist e tira con il 42% dall’arco. D’accordo di fronte aveva i Pelicans che non sono un avversario granché probante ma le due triple in faccia a un Anthony Davis che ha difeso al meglio delle sue possibilità, sono la migliore dimostrazione della sua attuale onnipotenza. Aggiungeteci poi un plus/minus sempre positivo ed avrete l’identikit dell’Mvp. Della serie e dell’intera stagione.
Bene anche Klay Thompson (di poco sotto il 49% dal campo e da dietro l’arco) e, soprattutto, Draymond Green un autentico fattore su entrambi i lati del campo.
Flop: Può una squadra che vince una serie 4-0 sbriciolando le resistenze avversarie avere un ‘peggiore’?
NEW ORLEANS PELICANS
Top: Alla sua prima apparizione nei playoff Anthony Davis ha dato un saggio delle sue spaventose capacità: 31 punti e mezzo di media, più 11 rimbalzi, 2 assist e 3 stoppate in poco meno di 43 minuti di impiego a partita. Su 197 minuti disponibili ne ha giocati 171, tirando con il 54% dal campo e trovando saltuaria collaborazione solo in Eric Gordon (18.5 di media e 43.7% dal campo). Presente e futuro della franchigia, avrà bisogno di una squadra costruita intorno a lui.
Flop: contro una squadra il cui principale punto debole (seppur in linea teorica) era la scarsa presenza nel pitturato era lecito attendersi qualcosa di più da Asik. E invece il turco ha tradito i suoi nel momento del bisogno: appena due canestri dal campo e totalmente avulso dagli schemi di Monty Williams negli istanti decisivi della serie. Male anche Tyreke Evans (appena 4 punti nella gara da dentro o fuori) e Quincy Pondexter: perché se è vero che fermare il 30 in gialloblù è pressoché impossibile, provare a impedirgli di trentelleggiare a piacimento era cosa buona e giusta.