Warriors, Myers: "Con KD ci siamo lasciati bene. Russell? Può fare la differenza"
E’ stata finora un’estate molto vivace (per usare un eufemismo) in casa Golden State Warriors. I dominatori delle ultime stagioni, con cinque NBA Finals consecutive disputate, tre delle quali vinte, hanno dovuto affrontare cambiamenti ‘epocali’ nel roster, perdendo in Free Agency giocatori come Kevin Durant, Andre Iguodala e DeMarcus Cousins, oltre ad altri della second unit come Shaun Livingston, Quinn Cook e Jordan Bell.
A questa diaspora la franchigia californiana, sotto la direzione del General Manager Bob Myers, ha reagito in particolare con l’ingaggio di D’Angelo Russell, il quale sarà molto importante per gran parte della regular season, almeno fino a quando Klay Thompson non avrà recuperato totalmente dall’infortunio al crociato del ginocchio sinistro. Non va poi dimenticato l’inserimento di un big man interessante come Willie Cauley-Stein, oltre che la rifirma molto importante di un giocatore cresciuto tantissimo come Kevon Looney.
Lo stesso Myers si è presentato davanti ai giornalisti, toccando vari argomenti, a partire proprio da tutto quello che è successo finora in offseason, parlando anche di quelli che potrebbero essere gli obiettivi per la stagione 2019/20: “Non abbiamo ancora fatto progetti veri e propri, ma è ovvio che le prospettive l’anno prossimo saranno un po’ diverse. Ogni partita di regular season per noi sarà fondamentale, dato che la Western Conference è diventata ancora più competitiva. In tanti si chiedono adesso se possiamo puntare al titolo. Io penso che lo zoccolo duro di questo gruppo, Curry, Green e Thompson quando rientrerà, ha già dimostrato di saper vincere. E credo che possono farlo ancora“.
Il focus si sposta poi su D’Angelo Russell, secondo non pochi addetti ai lavori soltanto di passaggio nella Baia: “Siamo davvero curiosi di capire come si ambienterà nel nostro gruppo. D’Angelo ha davvero tanto talento, e può fare la differenza” – aggiunge Myers – “Qualcuno pensa che lo abbiamo preso solo per poi cederlo a stagione iniziata, ma non è affatto così. La nostra intenzione è vedere come si adatterà al nostro gioco nel mentre che Klay non ci sarà; quindi, una volta che il #11 sarà tornato, capire che contributo potrà dare alla nostra causa. Il mercato è stato frenetico, e devo dire di non aver mai visto nulla di simile. Abbiamo dovuto prendere decisioni dolorose per poter far quadrare i conti a livello di Salary Cap“.
Non poteva mancare la domanda su Kevin Durant: “Come ci siamo lasciati? Bene direi. Tutti, io in primis, abbiamo una stima infinita sia per il KD giocatore che per il KD persona. Con lui ho parlato diverse volte, almeno fino a quando le regole me lo hanno consentito, anche dopo la sua scelta” – conclude il GM di Golden State – “Non posso che augurargli ogni bene. Da appassionato di basket, mi ritengo assolutamente fortunato da aver potuto ammirarlo così da vicino per tre anni. Di certo mi mancherà molto“.