Warriors, Curry: "Essere una all-star ha i suoi pro ed i suoi contro"
I Golden State Warriors, contrariamente agli anni scorsi, non sono arrivati in condizioni brillanti all’All-Star Break. Scavalcati, seppur per mezza partita, dagli Houston Rockets in vetta e alla Western Conference e alla Lega, i californiani hanno perso quattro delle otto partite che hanno preceduto la kermesse di Los Angeles, rischiando con tutta probabilità di far segnare il peggior record della regular season dell’era Kerr.
L’head coach di origini libanesi sperava nella pausa per poter ricaricare le pile e ripresentarsi di nuovo in forma. In realtà, i quattro all-star di Golden State (Stephen Curry, Kevin Durant, Klay Thompson e Draymond Green) hanno avuto ben poco tempo per riposare, tra tutti gli eventi legati all’All-Star Game e comparsate varie sparse qua e là, tra tv ed eventi benefici.
A spiegare bene la situazione è il due volte MVP Steph Curry: “Essere una all-star è un’arma a doppio taglio. Da un lato è un risultato incredibile, un grande onore; dall’altro, se pensi all’All-Star Break totalmente nella prospettiva di poterti riposare, allora sbagli, perché puoi farlo solo una volta finito l’All-Star Game. Devi essere consapevole di cosa hai bisogno per conservare al meglio il tuo corpo, alzarti e non sfinirti nel corso dell’All-Star Weekend, approfittando quindi dei due giorni successivi per staccare la spina, soprattutto mentalmente“.
Comunque, il prodotto di Davidson è pronto a gettarsi nuovamente nella mischia: “Mancano 24 partite alla fine della regular season, prima di gettarci nuovamente a caccia di un nuovo titolo. Quando torneremo, sapremo farci trovare pronti“. Su questo punto, gli fa eco Kevin Durant: “Sono pronto per finire al meglio la stagione. Mi sento pronto per giocare il mio miglior basket possibile“.
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