Warriors, Bob Myers: "Daremo a KD ciò che vuole"
Sono passati pochi giorni dal concretizzarsi del back-to-back per i Golden State Warriors, capaci di sconfiggere per la terza volta negli ultimi quattro anni i Cleveland Cavaliers di LeBron James, quest’anno spazzati via con uno sweep che ammette ben poche repliche. Con la Championship Parade svoltasi nella notte italiana per le strade di San Francisco, davanti a centinaia di migliaia di fan, i riflettori sono puntati ancora una volta su Kevin Durant.
L’ex Thunder, reduce dal back-to-back per quel che riguarda il double anello-MVP delle Finals, ha come da previsioni declinato la player option a suo favore, e si prepara a dettare le condizioni in sede di rinnovo del contratto con Golden State che, non dimentichiamolo, KD ha sempre indicato, anche nei giorni scorsi, come la sua assoluta priorità.
E lo stesso può dirsi anche da parte della dirigenza Warriors. Così si è espresso Bob Myers, GM della franchigia californiana: “Vorrei che rimanesse con noi altri 10 anni” – sottolinea Myers – “Ci ha aiutati a vincere e si è guadagnato il diritto di firmare qualsiasi accordo desideri. Voglio che sia felice e che percepisca la nostra volontà di volerlo ancora qui con noi. La mia priorità è confermare questo gruppo e Kevin è il primo pezzo del puzzle. Non credo sarà una lunga trattativa, e gli daremo quello che vuole“.
Sull’argomento Kevin Durant ha parlato anche coach Steve Kerr: “L’anno scorso Kevin ha vissuto una sorta di luna di miele con noi, ed è sembrato coinvolto dall’inizio alla fine della stagione” – ha raccontato l’allenatore nativo di Beirut al Lowe Post Podcast – “Questa stagione, al contrario, è stata più dura e difficile, sia per il gruppo che per i singoli giocatori. Nel caso di Kevin, forse è svanito quel senso di novità che ti prende quando ti unisci a una nuova squadra, oppure potrebbe aver pagato il fatto di dover scalare nuovamente la montagna senza fine, dopo aver vinto Titolo e MVP delle Finals al primo anno“.
“Anche se dal di fuori può sembrare l’esatto opposto, non è stato sempre tutto facile per lui. Non è stato semplice trovare l’amalgama giusto all’interno del gruppo e aggiungere il suo talento allo stile di gioco che abbiamo da diversi anni” – ha continuato Kerr – “Kevin è davvero vulnerabile e credo che questa sia una delle sue grandi qualità. È un essere umano come tutti, non una macchina, con alti e bassi e rabbia, e se non riesci a trovare uno sfogo non supererai mai il momento difficile“.
Conclude l’HC degli Warriors: “In generale, si è portati a pensare che vincere risolva qualunque problema. Ma non è affatto così. E’ vero che, da un lato, la vittoria ti porta in dote un anello e grandi momenti da ricordare. Dall’altro, però, ti getta addosso anche tanta spazzatura, visto che la gente comincia a discutere riguardo il tuo lascito al Gioco“.
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