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Un buzzer beater di Harden regala la W ai Rockets. Vittorie anche per Spurs, Pelicans e Knicks

ORLANDO MAGIC @ NEW YORK KNICKS 106-113

25 punti a referto per Carmelo Anthony nel successo dei suoi Knicks sui Magic (foto da: pba-online.net)
25 punti a referto per Carmelo Anthony nel successo dei suoi Knicks sui Magic (foto da: pba-online.net)

Continua il momento positivo dei Knicks (8-36, 5-17 in casa) che, al MSG, ottengono la terza vittoria consecutiva, mettendo ko i Magic (15-31, 10-17 in trasferta). I giocatori in doppia cifra, per la squadra di coach Fisher, sono 5, con “Melo” che ne mette 24 (10/24 dal campo), Jason Smith 19, Lance Thomas 16 (8/10 uscendo dalla panchina) e Galloway 15 (8 reb). Per Orlando, invece, sono 4 le sconfitte di fila (2-10 nelle ultime 12), non bastando la prestazione monstre di Vucevic (34+18 reb) e i 15 di Oladipo. New York parte bene, ma Orlando, con un break di 15-4 (10 di Vucevic), chiude avanti il primo quarto di 26-20. I Knicks reagiscono nel secondo quarto, inaugurando una serie di tre quarti consecutivi tutti con 31 punti all’attivo. Dopo aver raggiunto il pari a quota 33 (7’13” dall’intervallo lungo), grazie anche a 7 punti di fila di Hardaway Jr., i padroni di casa riescono a chiudere il primo tempo avanti di misura (50-51), con 9 punti di Anthony, mentre dall’altra parte è ancora Vucevic a distinguersi (8 nel periodo). Nel secondo tempo la partita diventa punto a punto, con le due squadre che non riescono ad infliggere parziali significativi agli avversari. Per i Magic, Frye (8 nel periodo) prova a far male dalla lunga distanza; per i Knicks, è Jason Smith a guidare l’attacco (10 nel periodo). Nel finale di quarto, tre liberi di Hardaway Jr. e un layup sulla sirena di Larkin consentono alla franchigia della Grande Mela di terminare avanti il terzo quarto (78-82). Il parziale continua anche in apertura di ultima frazione, fino al 2-15 che vale il +10 (80-90 a 9’21” dalla fine). Orlando non molla, e riesce a riportarsi in vantaggio con Harris, su assistenza di un Vucevic da 10 punti e 7 rimbalzi nel periodo (95-94 a 4’01” dalla sirena). I 6 punti in fila di Thomas e le due triple di Galloway permettono ai Knicks di portarsi sul +6 a 54″ dal termine (102-108). I liberi di Prigioni fanno volare New York sul +10, chiudendo la partita.

ORLANDO MAGIC (15-31): Frye 14, Vucevic 34 (18 reb), Payton 9 (11 ast), Oladipo 15, Marble 4, A. Gordon 5, O’Quinn 6, T. Harris 9, Ridnour 3, Fournier 5, B. Gordon 2, Nicholson, W. Green 

NEW YORK KNICKS (8-36): Amundson 2, Jason Smith 19, Anthony 25, Calderon 4, Galloway 15, Early, L. Thomas 16, Acy, Aldrich 6, Larkin 4, Prigioni 9, Hardaway Jr. 13, Wear

 

NEW ORLEANS PELICANS @ MINNESOTA TIMBERWOLVES 92-84

Ancora una doppia doppia per Anthony Davis (21+12 reb), qui contrastato da Dieng (foto da: bleacherreport.com)
Ancora una doppia doppia per Anthony Davis (21+12 reb), qui contrastato da Dieng (14+15 reb) (foto da: bleacherreport.com)

Con la solita doppia doppia di Anthony Davis (21+12 reb), 20 di Eric Gordon (8/13 dal campo) e 17 (8 ast) di Tyreke Evans, i Pelicans (22-21, 9-16 in trasferta) espugnano il Target Center di Minneapolis (5-5 nelle ultime 10). Nulla da fare per i Twolves (7-35, 3-18 in casa), che si confermano peggior squadra della Lega (2-18 nelle ultime 20). Inutili le doppie doppie di Dieng (14+15 reb) e di Mo Williams (12+10 ast), e i 15 di Young e i 13 di Wiggins. Eppure, i padroni di casa partono fortissimo, con Dieng e Young (9 nel periodo) on fire (5-15 a 7’18” dalla prima sirena). Poi, i Twolves si inceppano e i Pelicans, con 9 punti di Eric Gordon, chiudono in vantaggio il primo periodo (24-20). Con un 1-8 firmato Pecovic-Dieng, Minnesota torna avanti (29-32). Gli ospiti provano a rispondere con l’energia di Davis e l’inventiva di Evans, ma non riescono a scrollarsi di dosso gli avversari. Al 24′, il punteggio dice 45-44 New Orleans. La franchigia della Louisiana prova il forcing nel terzo quarto, sospinta dai 9 di Eric Gordon, arrivando a toccare anche il +10 con un layup di Davis (66-56 a 2’10” dalla sirena). All’inizio dell’ultimo quarto, le due squadre sono sul 69-63. Con 6 punti di seguito di Budinger, i Twolves riescono a rifarsi sotto (73-70 a 7’37” dalla fine); i Pelicans, però, riescono a tenere i locali ad una seppur minima distanza di sicurezza. La parola fine sul match non poteva non metterla Anthony Davis, con un jumper dal mid range che vale il 90-82 a 1’08” dal termine.

NEW ORLEANS PELICANS (22-21): Cunningham 14, A. Davis 21 (12 reb), Asik 5, E. Gordon 20, T. Evans 17, Babbitt, Ajinca 6, Wolters 5, Pondexter 4, Salmons, Whitey, Fredette

MINNESOTA TIMBERWOLVES (7-35): T. Young 15, Hummel 4, Wiggins 13, Dieng 14 (15 reb), Mo Williams, 12 (10 ast), Bennett, Budinger 10, Pekovic 13, LaVine 3, Raduljica, Daniels, Robinson III

 

LOS ANGELES LAKERS @ SAN ANTONIO SPURS 85-99

17 punti per Tony Parker nell'agevole successo dei campioni in carica sui Lakers (foto da: foxcarolina.com)
17 punti per Tony Parker nell’agevole successo dei campioni in carica sui Lakers (foto da: foxcarolina.com)

Dopo la brutta figura di Chicago, gli Spurs (28-17, 16-6 in casa) rialzano la testa, battendo i Lakers (12-32, 6-17 fuori casa), orfani, non si sa fino a quando, di Bryant. La 7° W nelle ultime 10 partite giocate arriva grazie ai 17 di Parker, alla doppia doppia di un sempre incisivo Leonard (15+14 reb), ai 15 di Ginobili e ai 14 dell’eterno Duncan, oltre ad un dominio sotto i tabelloni chiaro (40-52 per quanto riguarda i rimbalzi e 30-44 riguardo ai punti nel pitturato). Per i purple and gold arriva la 7° L di fila (1-9 nelle ultime 10), nonostante i 17 (non in quintetto titolare) di Nick Young. Gli Spurs, in pratica, indirizzano la partita già nei primi 12′. Dopo 2’41” di gioco, siamo sullo 0-9; a 4’22” dalla prima sirena, il vantaggio di San Antonio va in double digit (8-18); il quarto termina sul 15-31 Spurs, con 14 punti in coppia per Leonard e Parker, mentre gli ospiti pagano la cattiva percentuale al tiro (6/21). San Antonio controlla la situazione a partire dal secondo periodo, toccando anche il +23 con due liberi di Danny Green (24-47 a 5’33” dall’intervallo). I Lakers recuperano qualche punto di svantaggio, chiudendo sotto di 18 (38-56). Nel terzo periodo, gli ospiti provano a ribaltare l’inerzia dell’incontro, si portano anche sul -13 in un paio di occasioni, ma San Antonio non ha particolari difficoltà a mantenere il margine in doppia cifra. Al termine del terzo periodo, i texani guidano 61-76. Nonostante coach Pop mandi in campo, nel quarto periodo, in sostanza il secondo quintetto, gli Spurs arrivano a sfiorare nuovamente il +20 (73-92 a 3’31” dal termine). Per i Lakers non c’è nulla da fare e San Antonio vince 85-99 senza sforzi particolari.

LOS ANGELES LAKERS (12-32): Kelly 7, Hill 10, Sacre 7, Clarkson 11, Ellington 11, E. Davis 6, Boozer 10, W. Johnson 6, N. Young 17, Price, Lin

SAN ANTONIO SPURS (28-17): Duncan 14, Leonard 15 (14 reb), Bonner 4, Parker 17, D. Green , J. Green, Ayres, Baynes 6, Diaw 4, Splitter 2 (11 reb), Mills 6, Joseph 9, Ginobili 15

 

HOUSTON ROCKETS @ PHOENIX SUNS 113-111

"Fear the Beard". La gioia di Harden dopo il buzzer beater che ha deciso la sfida Rockets-Suns (foto da: arizonasports.com)
“Fear the Beard”. La gioia di Harden dopo il buzzer beater che ha deciso la sfida Rockets-Suns (foto da: arizonasports.com)

Importante successo per i Rockets di coach McHale (30-14, 15-7 in trasferta) che espugnano lo US Airways Center di Phoenix, ottenendo la 7° W nelle ultime 10 e agguantando Dallas al 4° posto ad Ovest. Decisivo il solito super Harden (33+10 ast, ben 14/17 dalla lunetta), con il buzzer beater che evita l’overtime; bene anche Motiejunas, con 15 a referto, oltre ai 14 punti prodotti da ben 3 giocatori, ovvero Beverley, Smith e Brewer. I Suns (26-19, 13-8 in Arizona) interrompono una serie utile di 4 partite, incappando nella 3° L nelle ultime 10. Non bastano i 25 punti di Bledsoe, che flirta con la tripla doppia (9 ast e 8 reb), i 22 dalla panchina di Isaiah Thomas e i 21 di Markieff Morris. Houston parte con il piede giusto, andando sull’11-6 e con Howard che mette anche una tripla. I Suns pareggiano a quota 16, ma gli ospiti infliggono un break di 14-2, portandosi sul 30-18 (1’22” dalla sirena). Nel frattempo, però, Howard ha dovuto lasciare il campo a 3’31” dalla fine del periodo poiché, in ricaduta dopo un tentativo di catturare un rimbalzo offensivo, mette male il piede destro, slogandosi la caviglia. Non tornerà più sul parquet. Al 12′, comunque, i Rockets comandano 32-24, tirando con poco più del 50% (13/24) e con 6 giocatori già a referto. Nel secondo periodo, Harden comincia a mettersi la squadra sulle spalle (13 nel quarto), risultando fondamentale, insieme ai canestri di Brewer, per tenere a distanza i Suns, che trovano ottime risposte dalla panchina (vedi Thomas e Gerald Green), tanto da totalizzare, alla fine, ben 53 punti. Le squadre vanno negli spogliatoi sul 60-52 Houston. Il terzo periodo coincide con il tentativo dei Rockets di scappar via. Un break di 15-5 nella fase centrale del quarto, orchestrato da Harden e Smith (8 nel periodo), permette ai texani di volare sul 76-63 (5’58” dalla sirena), e sembra indirizzare l’incontro. Bledsoe, con 11 punti nel periodo, prova a tenere a contatto i suoi, e al 36′ il tabellone dice 87-77 Rockets. Coach Hornacek sprona i suoi a cercare la rimonta, anche se, per metà ultima frazione, Houston controlla agevolmente la situazione, allungando fino al +16 (102-86 a 6’11” dalla fine), con il lituano Motiejunas (10 nel periodo) che crea molti problemi alla difesa di casa. A questo punto, però, arriva la reazione dei Suns, trascinata dai 18 punti dei gemelli Morris (11 per Markieff nel periodo). Con un parziale di 2-14, Phoenix rientra fino al -4 (104-100 a 2’27” dalla sirena finale). Harden (9 nel periodo), in layup, riporta i suoi sul +6, ma un gioco da tre punti di Markieff Morris ed una tripla di un ispirato Isaiah Thomas, consentono ai locali di portarsi sul -2 (108-106 a 53″). Harden, con i liberi, porta il punteggio sul 111-108; ancora un gioco da tre punti di Markieff Morris, a 16″ dalla fine, vale il pari a quota 111. Time out Rockets e palla, ovviamente, a Harden. The Beard finta la penetrazione, mandando al bar Tucker e, nonostante le mani in faccia di Thomas, mette il buzzer beater della vittoria.

HOUSTON ROCKETS (30-14): Motiejunas 15, Ariza 11, Howard 5, Beverley 14, Harden 33 (10 ast), Dorsey 4, Papanikolaou, J. Smith 14, Terry 3, Brewer 14, Shved

PHOENIX SUNS (26-19): Markieff Morris 21, Tucker 6, Len 4 (11 reb), Bledsoe 25, G.Dragic 2, B. Wright 2, Marcus Morris 12, M. Plumlee 2, I. Thomas 22, G. Green 15, Goodwin, Bullock, Z. Dragic

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone