Timberwolves, Towns: "Io e Gobert formeremo un duo devastante"
Una delle squadre che verranno osservate con maggior attenzione da fan ed addetti ai lavori nella NBA 2022/23 saranno certamente i Minnesota Timberwolves. La franchigia di Minneapolis, infatti, ad Anthony Edwards e a Karl-Anthony Towns ha aggiunto in questa offseason Rudy Gobert, al momento impegnato agli Europei con la maglia della sua Francia. Una mossa da parte del front office dei Twolves per cercar di effettuare quello step che renda la squadra di coach Chris Finch da buona ad assolutamente competitiva.
A proposito di addetti ai lavori, va detto che non pochi si ritengono poco convinti del ‘fit’ tra i due big men di Minnesota, giudicando non compatibile il gioco di Towns con quello di Gobert. A queste voci ha voluto rispondere proprio KAT, che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni a CBS Sports: “Sono convinto che Rudy sia uno dei migliori difensori non attualmente ma nella storia della NBA e ha tutto per dimostrarlo. Io, da parte mia, mi ritengo uno dei talenti offensivi migliori di sempre in questa Lega. Tutto ciò dovrebbe rendere bene l’idea della grande quantità di talento a nostra disposizione. Io e Rudy formeremo un duo devastante“.
“Io sinceramente non capisco perché la gente perda tempo con queste critiche” – aggiunge Towns – “L’ultima volta che mi sono ritrovato in una situazione simile fu in coppia con Gorgui Dieng, con cui ho giocato anni in NBA come giocatore offensivo. Oppure al college, quando giocavo con Willie Cauley-Stein. I fan hanno dimenticato, ma non fa nulla“.
Aggiunge: “Mi sono sacrificato tanto da quando sono giunto in NBA, ho messo tutto in discussione, anche il mio corpo, per provare a portare questa squadra ai Playoff. Ho sacrificato la mia vita, il tempo trascorso con mia madre, l’opinione pubblica che la gente ha di me. Tutto per provare a fare il meglio per la mia franchigia, per i miei compagni e per raggiungere traguardi ambiziosi“.
“Non sono ancora un padre, ma i miei nipoti mi considerano già come una figura paterna. Per me c’è più pressione quando torno a casa, nel voler rendere un uomo mio nipote e nel voler fare di mia nipote una donna forte ed indipendente. Questa è pressione, non mettere un jumper” – conclude Towns – “Lo faccio per vivere sin da quando ero giovane, per me non è altro che lavoro. Sulla mia salute mentale lavoro ogni giorno, divento ogni volta più forte e ringrazio Dio per questa mia crescita costante, per questo mio miglioramento come uomo e come giocatore“.