Inizio stagione 2020/21, non c'è accordo tra NBA e NBPA
Sono giorni decisamente complicati per Adam Silver ed il suo staff, grossomodo impegnati su due fronti molto importanti. Da un lato ci sono le trattative sul nuovo contratto collettivo, che sarebbero dovute terminare ieri, ma che hanno subito un nuovo rinvio (il quarto), con nuova deadline impostata a venerdì prossimo (6 novembre).
Dall’altro c’è la questione relativa alla data di inizio della stagione 2020/21, argomento sul quale ancora non c’è accordo tra NBA e NBPA. Stando alle ultime indiscrezioni, riportate da Adrian Wojnarowski, la Lega preferirebbe cominciare il 22 dicembre; il sindacato dei giocatori, invece, preme per cominciare più tardi, il Martin Luther King Day (18 gennaio).
La questione non è affatto di poco conto, soprattutto perché ancora non si vede la conclusione della problematica COVID-19. La prospettiva di un’intera stagione senza poter avere pubblico negli impianti, tutt’altro che peregrina, secondo gli ultimi calcoli costerebbe alla NBA e alle franchigie non meno di 4 miliardi di dollari. Cominciare intorno a Natale o dopo metà gennaio farebbe una differenza compresa tra i 500 milioni e il miliardo di dollari.
Il progetto della NBA prevede l’inizio della stagione il 22 dicembre, con una regular season impostata su 72 partite e con l’obiettivo di concludere il 2020/21 in tempo per le Olimpiadi di Tokyo, anche per evitare nel caso di dover competere in termini di ascolti con la rassegna a Cinque Cerchi.
Da parte NBPA, invece, sono tanti i giocatori che, sia privatamente che pubblicamente, hanno espresso seri dubbi su un avvio della stagione così ravvicinato con la conclusione della passata, sette settimane in pratica, calcolando un presunto inizio dei workout il 1° dicembre.
Vedremo come andranno le cose nei prossimi giorni, ma Oltreoceano più di qualche addetto ai lavori, se le trattative non dovessero andare a buon fine (soprattutto in termini di contratto collettivo), comincia a prospettare lo spettro di un Lockout.