Top & Flop Toronto-Indiana: George e DeRozan, scontro tra titani. Coach Casey pronto a entrare nella storia
TOP
DeMar DeRozan: semplicemente il miglior giocatore di tutta la serie, per distacco rispetto a qualsiasi altro compagno di squadra o avversario. Decisivo in praticamente tutte le vittorie che i canadesi sono riusciti ad ottenere contro i Pacers, ha trascinato il team al secondo turno dove incontreranno gli Heat, consacrandomi come la stella che ormai da due anni in molti vedono in lui. Come se non bastasse, la guardia non si è mai nascosta anche dopo le sconfitte, dichiarando pubblicamente che la stagione sarebbe stata fallimentare in caso di eliminazione, regalando solo una cocente delusione ai tifosi. Di fronte a un leader così fondamentale e così legato alla franchigia, siamo così certi che lo vedremo partire nella prossima free agency?
Paul George: per un condottiero che si erge a salvatore del Nord, ce n’è uno che nonostante sia tornato più forte che mai, è caduto ancora, sportivamente parlando. Resta però negli occhi di tutti i tifosi Pacers un PG straordinario che ha sfornato prestazioni di qualità ad ogni capitolo della serie, riuscendo a coinvolgere anche di più i compagni una volta compreso che le vittorie non potevano arrivare solo dalle sue mani. Il rischio che però l’All Star possa diventare un eterno perdente diventa più concreta per ogni anno che passa e sin dalla prossima stagione bisogna costruirgli attorno un roster decisamente più competitivo di quello attuale. La fiducia verso un genio come Larry Bird resta, c’è solo da restare a guardare il suo lavoro tra qualche mese.
Dwane Casey: nemo profeta in patria, si dice, ma non sempre. Il ritorno ad Indianapolis di coach Casey (nativo della capitale dell’Indiana) è dei più graditi si potesse immaginare, con i Pacers vittima sacrificale delle più ostiche per l’approdo dei canadesi al secondo turno dopo ben 15 anni di attesa. L’allenatore ha avuto un ruolo fondamentale nel tenere uniti i suoi ragazzi dopo le due pesanti cadute nella partita d’esordio e in gara-6, che avrebbe potuto stroncare il morale per il match point fallito malamente. Adesso arriva il momento di scrivere la storia per il coach, che potrebbe diventare il primo nella storia della franchigia a raggiungere le finali di Conference. Il roster l’ha costruito e fatto crescere lui negli ultimi cinque anni, ogni elemento si getterebbe nelle fiamme per lui e forse è proprio quello che verrà richiesto per superare gli Heat.
FLOP
Kyle Lowry: forse la più grande delusione di questo primo turno comunque vittorioso per i Raptors. Da ormai due anni considerato la top star della franchigia, il sorpasso nelle gerarchie subito da DeRozan sembra averlo limitato anche solo psicologicamente in questa postseason. Manca una certa costanza in fase di realizzazione che sarà di primaria importanza nella sfida contro Miami, per non lasciare tutte le responsabilità del caso all’amico fraterno. Con un Lowry riproposto ai livelli da All Star questi Raptors possono iniziare a far tremare chiunque in questa corsa alle Finals.
Miles/Stuckey: entrambi sotto le aspettative, per motivi diversi ma accomunabili. CJ è improvvisamente calato nel rendimento dopo una regular season decisamente convincente e caratterizzata da picchi di prestazione memorabili per lui e i suoi compagni. Tutto questo ha costretto coach Vogel ad accantonare quello che per quasi tutta la stagione è stato il suo sesto uomo, riducendone minutaggio e apporto in campo, come dimostrato nelle ultime gare della serie. D’altro canto c’è invece un Rodney Stuckey che dopo un’annata quasi completamente da dimenticare si è ritrovato catapultato nuovamente in posizioni di prestigio nelle rotazioni, con risultati spesso mediocri. L’emblema del suo fallimento resta quella gara-5 da portarsi sulla coscienza per i troppi ed evidenti errori nel finale, mentre il ritorno a buoni livelli nella sola partita successiva sembra essere troppo poco per un cestista da venti e più minuti concessi in ogni apparizione.