Top & Flop Los Angeles-Portland: Lillard e McCollum, che duo! Griffin rimandato
In campo non conta chi manca, ma chi c’è. I Clippers, comunque, al netto degli infortuni, hanno mostrato tanto carattere, che forse nelle precedenti stagioni era mancato. Dall’altro lato, continuano a sorprendere i Trail Blazers, che sulle ali dell’entusiasmo hanno eliminato i californiani e si proiettano alle semifinali di conference. Andiamo, dunque, a scoprire i migliori e i peggiori di questa serie.
TOP
Lillard-McCollum: la menzione la meritano come unica entità, che sospinge i Blazers verso traguardi insperati. Quando il primo non gira, il secondo interviene a togliere le castagne dal fuoco e viceversa. La squadra ha una sua identità, nonostante le lacune che non mancano. Ma Lillard e McCollum sono l’unica vera alternativa agli Splash Brothers come miglior backcourt della Lega. Hanno chiuso la serie rispettivamente con 22 PPG e 19.7 PPG: una sicurezza.
Chris Paul: in tre partite e mezzo, ha capito che almeno per l’inizio doveva prendersi più responsabilità da finalizzatore, come si evince dai circa 24 punti di media nella serie. La lettura delle partite e delle situazioni, come al solito, non è mai sbagliata da CP3. Ed è chiaro che specialmente per via del suo infortunio, ci si chiederà sempre come sarebbe andata a finire se fosse stato anche lui della partita.
Plumlee: è lui la vera sorpresa, in casa Blazers. Aveva già fatto vedere cose interessanti durante l’anno, ma quando il momento è stato di quelli topici ha mostrato intelligenza, visione di gioco, ottima presenza in entrambe le metà campo e doti di passatore davvero inaspettate. Peccato per i primi due episodi della serie, in cui non ha mostrato appieno le sue qualità, ma se manterrà questo ritmo anche i Warriors potrebbero soffrire Plumlee.
FLOP
Blake Griffin: da premettere c’è che è stato martoriato dagli infortuni e non c’è molto da poter fare quando i problemi sono fisici. Ma le scelte che ha fatto nelle prime quattro partite sono francamente rivedibili. A parte il quarto periodo di gara-2, dove si è caricato la squadra sulle spalle, ha tirato con percentuali decisamente basse (38% scarso dal campo), perché si è incaponito con i jumper dalla media che solo se si ha una certa continuità possono andare a bersaglio. Doveva essere più lucido e sereno nella gestione di quei possessi.
Ed Davis: dopo aver faticato abbastanza a trovare una delusione in questi Blazers, il dito lo puntiamo su Davis. Non tanto perché abbia realmente giocato male, ma perché avremmo gradito un maggiore coinvolgimento in fase offensiva, specialmente come finalizzatore. E’ da tanto che si parla di una sua probabile esplosione, ma ci stiamo perdendo le speranze (anche perché ha ormai 27 anni).