Thompson immarcabile, Blazers ko. Warriors vittoriosi al Moda Center
Al fu Rose Garden è di scena lo scontro tra le due forze emergenti della Western Conference, con i Warriors che, reduci dalla vittoria contro i derelitti Los Angeles Lakers, non intendono fermare la propria corsa nemmeno di fronte ai Blazers di Aldridge e Lillard. Come da previsioni inizialmente a farla da padrone è l’equilibrio. Concetto, comunque, assai etereo quando Thompson riprende da dove aveva finito la sera precedente, prendendosi la linea di fondo per andare a schiacciare il 21-12, preludio alla successiva tripla del +10 (24-14), a poco più di quattro minuti dalla fine di un primo quarto da 30-22 di parziale. Le distanze vengono rapidamente ricucite nel secondo parziale, con Robinson che vola a schiacciare il -1 (38-37), sfruttando una delle 17 (19 per i Blazers) palle perse dagli ospiti nel corso della gara. All’intervallo lungo il tabellone recita 51-48, senza che, però, nessuna delle due contendenti abbia dato l’impressione di spingere sull’acceleratore fino in fondo.
Il terzo quarto rileva giusto per il “poster” con cui Robin Lopez (doppia doppia da 12 e 10 rimbalzi) omaggia Andrew Bogut per il 53-51: preludio a un nuovo periodo di lieve predominanza Blazers (17-20) senza che, tuttavia, si riesca a piazzare l’allungo definitivo. Pari 68 e tutto rimandato agli ultimi 12 minuti: anche questa, facile previsione della vigilia. Come in un match di pugilato ci si scambia colpi, senza sosta, da una parte e dall’altra, fin quando, a poco più di tre minuti dalla sirena finale, il karma “punisce” Lopez, costretto a subire l’ “in your face” da parte di Thompson: per il numero 11, altra prestazione monstre, con 29 punti frutto del 50% dal campo e del 42, 9% da tre. La guardia da Washington State è totalmente in “the zone” e mette anche la bomba dell’88-86, con 2:44 ancora sul cronometro. Ai padroni di casa serve una contromisura adeguata e, quindi, bisogna citofonare Aldridge: 10 punti in fila nell’ultimo quarto per il lungo che risponde, ovviamente, presente con la solita e solida prestazione (doppia doppia da 26 e 13 rimbalzi). Sul parquet è una vera e propria battaglia, ci si tuffa su ogni pallone: è quello che accade a 20 secondi dalla fine sull’89-90, con Curry e Kaman a disputarsi l’arancia. Chiamata complessa per gli arbitri che, alla fine, optano per il possesso Warriors. Iguodala destina sapientemente per Thompson, ricciolo e fade away a centro area per il sorpasso (91-90), a 8,7 secondi dal redde rationem. Ci sarebbe tutto il tempo per rimediare ma, sulle due rimesse successive, i Blazers combinano un pasticcio e Steph Curry (21 punti, 5 rimbalzi e 6 assist) può sigillare la vittoria dalla lunetta. Finisce 95-90. Terza W consecutiva per i figli della baia, sconfitta che lascia l’amaro in bocca per la truppa di coach Stotts: l’impressione è che ci sia ancora qualcosa da registrare, al netto, comunque, di un Lillard (4/18 al tiro) lontano parente di quello che, non più tardi di 7 mesi fa, metteva dai 9 metri il tiro che mandava i Rockets fuori dai playoff.
Golden State Warriors: Iguodala e Green 5, Barnes 3, Bogut 11 (12 rimb.), Thompson 29, Curry 21, Speights e Ezeli 4, Barbosa 13;
Portland Trail Blazers: Kaman 2, Batum 5, Lopez 12 (10 rimb.), Matthews 18, Lillard 11, Blake 8, Aldridge 26 (13 rimb.), Robinson e Barton 4