THE PLAYERS TRIBUNE-Blake Griffin racconta l'amicizia con DeAndre Jordan
La telenovela di quest’estate NBA è stata sicuramente la situazione di DeAndre Jordan, che si era accordato verbalmente con i Dallas Mavericks, prima di rimangiarsi tutto e rifirmare con i Los Angeles Clippers. Uno dei protagonisti di questa avventura è stato Blake Griffin, amico stretto di Jordan anche fuori dal pitturato, che ha raccontato al sito www.theplayerstribune.com la successione dei fatti dal suo punto di vista.
“Le prime voci di ripensamento di Deandre Jordan sono uscite su Twitter mercoledì mattina, ma in realtà noi dei Clippers lo sapevamo fin da lunedì. DeAndre è un mio grande amico, ci scriviamo tutti i giorni e quasi mai per parlare di basket. Quando ho capito che forse avrebbe cambiato idea non ci ho messo molto ad andare all’aeroporto e prendere il primo biglietto disponibile per Houston. La mia intenzione non era quella di riportarlo ai Clippers con la forza. Una volta abbiamo discusso della possibilità di cambiare squadra da un giorno all’altro, questa è la NBA, e decidemmo di non interferirsi nelle rispettive scelte. Così io ero a casa sua semplicemente nelle vesti di una persona che cerca di aiutare un suo caro amico. Lui non stava bene, sapeva di aver sbagliato scelta ma allo stesso tempo non voleva tradire la fiducia dei Mavericks e dei suoi tifosi, che già iniziavano ad offenderlo. Io l’ho rassicurato dicendogli di scegliere cosa lo avrebbe reso più felice, ed era evidente che volesse tornare a Los Angeles. Così poi ci hanno raggiunto gli altri compagni (JJ Redick e Paul Pierce) e siamo stati tutto il giorno in casa ad aspettare le 23:00 per potere firmare ufficialmente il contratto. Se devo essere sincero è stato una giornata molto noiosa, chiusi dentro a leggere scemenze su Twitter e l’impressione che ne usciva era circa questa: “I Clippers invadono Houston per rubare DeAndre Jordan ai Mavericks…Jordan ostaggio in casa sua…Chris Paul non c’è perchè non vuole giocare con Jordan…”. Tutte sciocchezze. Ridevamo soprattutto quando gli insiders NBA scrivevano che era iniziato il meeting per convincerlo a firmare con noi quando in realtà eravamo a giocare alla Play Station mangiando ali di pollo. Non è stata una riunione di lavoro, sembrava più un pigiama party. Poi finalmente alle 23:01 un dirigente è entrato e Jordan ha potuto firmare il contratto. Ci siamo abbracciati tutti e finalmente dopo siamo andati all’aeroporto per tornare a Los Angeles: ho guardato DeAndre e finalmente aveva la faccia contenta. Durante il volo Doc Rivers ha detto qualcosa, anche il presidente ha voluto parlare. Noi giocatori ci siamo guardati l’uno con l’altro e tutto sembrava finalmente come era prima.”