The King of the Fourth! Thomas e i Celtics a caccia dei campioni in carica
Dopo aver schiantato i Detroit Pistons con un quarto quarto da incorniciare, Isaiah Thomas ha messo fine al suo strepitoso mese di Gennaio e si appresta a giocare il suo secondo All Star Game da superstar oramai consacrata. Se avesse segnato un solo punto in più avrebbe raggiunto Pierce e Bird come i soli giocatori a raggiungere i 33 punti di media a partita per mese nella storia dei Celtics. Ma tra le statistiche che più impressionano abbiamo i 10,3 punti di media nell’ultimo quarto, cosa mai successa negli ultimi 20 anni (Kobe nel 2005/2006 ne fece 8.9 di media, l’anno degli 81 ai Raptors). E guida questa speciale classifica davanti a Russell Westbrook che segue con 9,4. Il piccoletto (175 cm) di Tacoma fu la sessantesima scelta del draft 2011, primo nella storia a raggiungere l’All Star Game con l’ultima chiamata al Draft.
E i suoi numeri sono ancora più spaventosi se consideriamo che è secondo tra i giocatori chiave della lega a segnare almeno 5 punti di media nell’ultima metà dell’ultimo quarto (con squadre divise da una forbice di non più di 5 punti). Nel complesso, i Celtics di questa stagione sono la squadra con la media punti più alta della lega nell’ultimo quarto (28,7).
Ma le certezze che offrono i risultati dei Celtics con il loro record di 30-18 è comunque minata da alcuni dati statistici. Contro i Pistons, i Celtics hanno ceduto il parziale dell’ultimo quarto nonostante Thomas ne abbia messi 24 da solo. Dato più preoccupante se consideriamo che non è certo un evento isolato.
Il Net Rating (Differenza fra Efficienza offensiva e difensiva) è in negativo con Thomas in campo e nettamente positivo con lui in panchina. Una difesa che dunque concede troppo nelle fasi decisive pur segnando più di tutti nella lega in quel frangente. Il problema dunque può preoccupare una squadra che è ventesima fra le difese della lega e che, con Thomas sul parquet, vede crollare anche l’efficienza difensiva considerando singolarmente ogni elemento del roster. Un esempio: Jae Crowder ha un’efficienza difensiva di 123,4 con Thomas in campo e di 84 con lui in panchina. Un net rating di 39,4 (il più alto del roster) seguito da Marcus Smart con 34,4. e da Amir Johnson con 33.
Ovviamente questo non ci suggerisce che i Celtics debbano fare a meno di Thomas e il “problema” di averlo in campo in certe fasi della partita non sta intaccando significativamente la corsa dei suoi, meno che mai nell’ultimo periodo. Il suo è più un problema di “stazza” che non gli permette, in certi frangenti, di competere con altre PG. Ma lavorare sulla tenuta difensiva generale può far crescere il rendimento generale di una squadra che si appresta ad affrontare la seconda forza dell’Atlantic Division, i Toronto Raptors. Coprire in qualche modo la passività difensiva di Thomas è il primo passo, già attutato da altre squadre come i Warriors con Curry e i Rockets con Harden, per limare i difetti della franchigia del Massachusetts. La post-season si avvicina e le 8 sconfitte in 9 partite contro le massime pretendenti al titolo ci fa capire che coach Brad Stevens deve invertire la tendenza al più presto. I Cavs non sono tanto lontani (considerata anche la flessione di Gennaio degli uomini di Lue). Boston può dunque diventare la vera rivale ad Est di LeBron e compagni.
When #TheAnswer himself send you a text telling you to keep doing ya thang #RealKilla
— Isaiah Thomas (@Isaiah_Thomas) November 22, 2016
Sotto l’attento occhio di un certo Allen Iverson, che a Novembre scrisse un messaggio allo stesso Thomas invitandolo a continuare su questa strada, The King of The Fourth è destinato ad accrescere ancora i suoi numeri, con l’obbiettivo di diventare la più grande point guard di sempre con quel fisico (come dichiarato dallo stesso Isaiah). Nonostante i problemi difensivi sopra citati, costruire una squadra attorno al piccoletto ex Kings e Suns è la strada giusta per la rinascita della franchigia più titolata della NBA.