Suns, mancato rispetto dei protocolli anti-Covid durante la serie con i Mavs? La NBA nega
Una delle sorprese in negativo dei Playoff 2022 sono stati i Phoenix Suns. Vice-campioni in carica, i ragazzi di coach Monty Williams hanno dominato la regular season, portando a casa 64 vittorie (record di franchigia) a fronte di 18 sconfitte, +8 sulla seconda miglior squadra (i Memphis Grizzlies) e +11 sulla #1 della Eastern Conference (i Miami Heat). Ai Playoff, però, le cose non sono andate come da attese.
I primi scricchiolii, a dirla tutta, si erano avuti già al Primo Turno contro i New Orleans Pelicans, eliminati 4-2 non senza affanni. Lo stop è arrivato al turno successivo, contro i Dallas Mavericks di Luka Doncic che, al termine di una serie ricca di alti e bassi, si sono imposti dopo Gara7 per 4-3. Una partita stradominata dai texani (123-90), un gap troppo ampio che ha insospettito alcuni giornalisti.
Secondo Sam Amick e Joe Vardon di The Athletic, tra Gara6 e Gara7 i Suns avrebbero avuto un focolaio di casi di positività al Covid-19, coinvolgenti cinque membri dello staff e almeno un giocatore, non reso noto e positivo dopo la pesante e decisiva sconfitta nella settima sfida della serie. A sostegno delle loro affermazioni, Amick e Vardon sottolineano come i Suns non abbiano tenuto alcun incontro di fine stagione dal vivo tra giocatori e staff, svoltosi invece su Zoom.
Tutta questa situazione ha sollevato nelle ultime ore dubbi e polemiche, in particolar modo sul se i Suns, nel corso della serie contro i Mavs, abbiano seguito alla lettera il protocollo anti-Covid imposto dalla NBA, il quale prevede ancora la necessità di un tampone in caso di sintomi e, se positivo, l’impossibilità per un giocatore di giocare e/o allenarsi e per un membro del coaching staff di presiedere gli allenamenti e di esser presente nelle arene sedi dei match.
Sempre secondo i giornalisti di The Athletic, eventuali violazioni sarebbero favorite negli ultimi tempi da un certo lassismo nei controlli da parte della Lega, spinta ad intervenire apertamente solo in casi eclatanti. Nel caso di specie (ma non solo), ritengono possibile che siano stati insabbiati casi potenziali di positività scoraggiando il ricorso al tampone, nell’ottica ovviamente di non danneggiare le possibilità della squadra.
Riguardo le reazioni dei diretti interessati, la franchigia dell’Arizona si è rifiutata di commentare, mentre un portavoce della NBA si è espresso nei seguenti termini: “L’NBA non ha avvertito alcuna evidenza che suggeriscano eventuali violazioni delle regole da parte dei giocatori o dello staff dei Suns“.