Steph e i suoi fratelli: le grandi prestazioni dell'opening night
Quaranta punti (24 nel solo primo quarto, 9/13 dal campo, 4/7 da tre), 6 rimbalzi e 7 assist: così Stephen Curry ha voluto celebrare la consegna dell’anello nell’opening night del 2015/2016. Numeri buoni per regolare i Pelicans di Anthony Davis (95-111 ndr) e che hanno richiamato alla memoria le prestazioni di altri grandissimi nella notte del debutto stagionale.
Se ne facciamo una mera questione di punti segnati, al primo e secondo posto di un podio virtuale troviamo, ovviamente, sua maestà Michael Jordan che, a cavallo tra ’80 e 90′, appose la firma sul libro dei record con i 50 al Madison Square Garden contro i Knicks (1 novembre 1986) e, successivamente, con 54 ai Cleveland Cavaliers nel 1989. Terzi, staccati ma non troppo a quota 47, Alex English (contro i Golden State Warriors nel 1985) e Kiki Vandeweghe (1984 contro Kansas City). Scorrendo ancora la classifica troviamo poi Dale Ellis (46 contro i Jazz nel 1988), Latrell Sprewell in maglia Warriors (45 ai Timberwolves il 31 ottobre del ’97), i 44 di Jerry Stackhouse ai Raptors nel 2000, Jalen Rose che scrisse 43 contro i Nets l’anno dopo, ancora MJ (42 nel ’95 contro quelli che sarebbero poi, diventati, i ‘suoi’ Hornets) lo Shaq in versione Orlando Magic (1993) e Nick Anderson (1992, con gli Heat dalla parte sbagliata) con 42 punti.
Per quanto riguarda gli assist, se non stupisce di trovare nelle posizioni che contano John Stockton e Jason Kidd (rispettivamente primo e terzo con 19 e 16), fanno sensazione i 18 di Tim Hardaway nel 1990 contro i Nuggets e i 16 di due ‘carneadi’, o presunti tali, come Mookie Blaylok degli Hawks (1993, vs Pacers) e John Bagley dei Celtics (1989, vs Bucks). Normale, poi, leggere il nome di Larry Bird (15 contro i Cavs il 2 novembre del 1990) e Michael Cooper (altrettanti nell’85 contro gli Spurs); staccato il grande rivale del primo e il compagno di squadra del secondo, quel Magic Johnson ‘fermo’ a quota 14 nella trasferta dei Lakers a Dallas nel 1988. Quota eguagliata altre 13 volte, una da Isiah Thomas nel 1988 in una classica dell’Est di fine anni ’80 tra Bulls e Pistons.
Bird e Jordan tornano in auge anche per quanto riguarda il record delle steals, le palle rubate nel corso di una singola partita (7 per Michael, 8 per ‘Larry Legend’) in una classifica che, però, vede primeggiare Clyde Drexler con 10 (fatte registrare nella gara interna dei suoi Rockets contro i Kings nel 1996) e che vede i nomi di altri ‘grandi vecchi’ come Michael Ray Richardson (7 nel 1985), Alvin Robertson (6 nel 1987) e Bernard King (6 nel vernissage del 1984 al MSG con i Pistons ‘ospiti’ di serata).
E per le stoppate? In questo caso il numero magico è 8: come le blocks date via, nel corso degli anni, da ben sei giocatori (Kirilenko, Brand, Mutombo, due volte Shawn Bardley, Charles Smith e Mark Eaton). Rimarchevoli anche le 7 ascrivibili a Mourning (1999 contro i Pistons), Ewing (1990 in trasferta a Charlotte) e Sam Bowie (il 25 ottobre dell’85 nella partita tra Blazers e Suns).