STATS CORNER – NBA Awards: Sixth Man of the Year
Meno di una settimana a fine stagione, siamo giunti ad uno degli ultimi appuntamenti riguardo l’analisi, grazie alle statistiche, dei possibili vincitori dei premi messi in palio dalla NBA:
Episodio 5: Sixth Man of the Year
Poche volte la sfida è stata combattuta come quest’anno. Certezze poche, solo qualche indiscrezione, spesso faziosa. Nonostante la totale imprevedibilità, abbiamo scelto i nostri due candidati da confrontare, statistiche alla mano, per capire quale dei due potrebbe avere più chances e perchè. Prima, però, qualche “honorable mention”: Evan Turner, Andre Iguodala, David West, Dennis Schroeder, Will Barton. Tutti giocatori first-class se in uscita dalla panchina. Ora passiamo ai nostri favoriti:
Enes Kanter: il centrone turco che aveva impressionato Durant al suo arrivo lo scorso anno, mettendo insieme 18.7 punti e 11 rimbalzi nel finale di stagione coi Thunder, si è un po’ ridimensionato. Perso il posto nel quintetto, è diventato il padrone della second unit arancio-blu, avendo così a disposizione qualche tiro e situazione offensiva studiata appositamente per lui. 20 minuti sul parquet sono davvero pochi per un ragazzo giovane (23 anni ma giunto già alla sua 5° stagione) e di talento, comunque sufficienti per segnare a tabellone 12.8 punti e 8.1 rimbalzi. Per capire l’utilità di questo giocatore basta dare un occhio al PER che è variato solo di -0.3, nonostante l’anno scorso segnasse 6 punti con 3 rimbalzi e molte altre cose in più, restando tra l’altro molto alto a 24.6. Pur continuando a migliorare da questo punto di vista, non ha mai chiuso una stagione con un +/- positivo (quest’anno -1.5), dovuto soprattutto ad un BPM difensivo veramente basso (-3.1). Ah, ecco, la difesa è work in progress. In compenso è uno dei rimbalzisti migliori della lega, 25% di DRB%, in pratica cattura un rimbalzo difensivo disponibile ogni quattro, sono veramente pochi quelli in grado di far meglio. Un aspetto del suo gioco che forse non viene sfruttato al meglio è il tiro da 3. Solo 17 tiri presi, 8 mandati a bersaglio (47%) e un totale 38.5% in carriera (su solo 65 tiri). Se aggiungesse quest’arma in pianta stabile al suo arsenale (con 63% di TS), potrebbe riuscire ad aumentare il suo impressionante ORtg (124!), già ora superiore a quello di Durant e Westbrook, a cui aggiunge un secco 8.0 di WS (di cui 6 OWS). Kanter è, offensivamente parlando, una macchina. Nonostante non si sia creato molto hype attorno a lui, è uno dei possibili vincitori.
Jamal Crawford: mentre i giocatori suoi colleghi sembrerebbero non aver dubbi, il campo non lo promuove a vincitore assicurato. Ok i 14.1 punti a partita sono davvero tanti per un sesto uomo, ma era dal rookie year che non aveva un plus/minus così basso e addirittura negativo, persino quello offensivo. Crawford è un giocatore pazzesco, sempre in grado di farti la giocata cambia-partita e di far esplodere i tifosi (come ha fatto questa notte contro i Jazz). Ha già vinto due volte il premio di sesto uomo dell’anno, se dovesse rivincere sarebbe il primo ogni epoca a portarlo a casa tre volte (ricordiamo che i due più votati della stagione, non possono essere in gara l’anno seguente). La verità? Le sue cifre sono modestissime. Anche i punti a partita, comunque un discreto bottino, sono uno dei suoi dati più bassi in carriera. PER 13.9, nella media la TS% a 52%. Alto il DRtg e basso quello offensivo (109 e 104), quindi in difesa è un mezzo buco e offensivamente non crea come gli anni scorsi. In netta diminuzione le WS e sono calati rimbalzi, assist e rubate. Ma Jamal è un’istituzione per quanto riguarda i giocatori in uscita dalla panchina. E’ un flash scorer come pochissimi ed è clutch. Tutti lo vogliono veder premiato come sesto uomo dell’anno, forse come riconoscimento alla carriera, forse perché in fondo se lo meriterebbe anche, in campo è ancora lui, è ancora “J Crossover”. Ah, due settimane fa ha compiuto 36 anni.
Per questa volta non seguiamo solo le statistiche, ma ci aggiungiamo un pizzico di cuore.
NBA 24 PREDICTION – SIXTH MAN OF THE YEAR: Jamal Crawford
Si farà la storia.