STATS CORNER - NBA Awards: Rookie of the Year
Poco più di un mese alla fine della stagione, quindi ora di iniziar a tirare le somme e dare un occhio ai possibili candidati ai premi messi in palio dalla NBA:
Episodio 2: Rookie Of The Year
La corsa al ROTY è storicamente uno dei argomenti più caldi e controversi, essendo influenzato da mille variabili: gusti personali sul modo di giocare o sul giocatore in se, squadra d’appartenenza, college di provenienza, ruolo e chi più ne ha, più ne metta. Particolarità di quest’anno: I Big Men. La classe di lunghi appena entrata nella lega sta mostrando un potenziale non indifferente. Nell’ultima NBA Rookie Ladder, ben sei giocatori su dieci sono da frontcourt. La nuova scuola propone ali forti e/o centri atletici, in grado di trattare la palla e con una buona mano. A questa fanno parte KAT, K-Porzee, Jokic, Myles Turner e Bobby Portis. Gli altri in lista sono Okafor, Winslow, D’Angelo Russell, Devin Booker e Mudiay. Caratteristiche principali? Talento. Per alcuni si parla già di giocatori-franchigia o futuro da MVP. Analizziamo le cifre di alcuni di questi, per poter esprimere il nostro giudizio a riguardo:
Myles Turner: giocatore senza senso. Talento smisurato, continuità 0, testa -1. Indiana è in piena rebuilding e, dopo aver ceduto Hibbert, ha pescato quello che potrebbe essere una vera gemma alla undicesima chiamata. Turner ha una mano morbidissima, la giusta presunzione e atletismo. Peccato che se la sera prima ne ha fatti 30, la sera dopo potrebbe sparare una virgola senza preavviso. Ha il miglior Difensive Rtg della classifica (102), è un più che discreto stoppatore a 1.4 di media al primo anno, ma sempre per la testa di cui parlavamo: la stoppata è spettacolare e ci prova con mordente degno di nota, il rimbalzo e l’assist meno, dunque sono totalmente snobbati. In più di 20 minuti di media, poco più di 4 rimbalzi (con 4 piccoli intorno) e 0.5 assist sono troppo poco per quanto è coinvolto dai compagni.
D’Angelo Russell: l’uomo col ghiaccio nelle vene si è svegliato troppo tardi per poter ambire al trofeo di rookie dell’anno. Le sue cifre sono in crescita almeno quanto la sua fiducia, ma sono ancora più che negative: 3.5 assist in 28 minuti, per un play, male-malissimo. Inoltre ha il peggior ORtg (nonostante il ghiaccio nelle vene) a soli 99; In difesa andrà meglio? No. Ha il secondo peggior DRtg a 112. Al momento ha una Win Share di 0.9 (…) ed è tra gli ultimi anche in Effective FG% e PER. “Bravo, simpatico… ma per me è no” Cit.
Kristaps Porzingis: la rookie-sensation di NewYork ha il merito di aver fatto ricredere coloro che lo riempirono di fischi la sera del draft. Considerato a pieno titolo il futuro dei Knicks, lo pterodattilo lettone ricorda troppo un altro europeo “bravino”, di nome Dirk e di cognome già sapete, per non poterlo tenere in considerazione quando si parla di futuri All Star. Nonostante sia ultimo sia in FG% (41.5%) che in True Shooting % (51.2%), le cifre sono di tutto rispetto: quasi 14 punti, più di 7 rimbalzi e circa 2 stoppate di media. Il dato curioso è l’Offensive +/- , che ci dice come quando ci sia in campo lui, offensivamente NY perde quasi un punto di media su cento possessi. L’ultima cosa che avremmo pensato. Compensa con un buonissimo 103 di DRtg e con un carattere che gli farà fare molta strada nella lega.
Karl-Anthony Towns: in una precedente edizione di Stats Corner,si era già affrontato il fenomeno KAT con tutte le sue statistiche principali e qualche paragone con i grandi del gioco. E’ il top scorer (17.7) e rimbalzista (10.3) tra i rookies. Ha la migliore PER a 22.7 ed un irreale (per un rookie) WS di 6.8. Ma forse questo è ancora riduttivo: è il presente e soprattutto il futuro di una squadra che, con Wiggins in fiducia, LaVine e qualche buon innesto, potrà diventare un osso duro per molti.
Devin Booker: la guardia di Phoenix, da alcuni – non da noi – definito Klay Thompson 2.0, sta finendo la stagione col botto. Dinamico, esplosivo e con una mano regale, continuo il giusto e, soprattutto, misurato in un sistema (ad oggi) perdente e privo di principi di gioco fissi. Diciamola tutta, i Suns giocano un po’ al “ciapa e tira” (infatti Teletovic veleggia), con il buon Tyson Chandler a fare da tappabuchi difensivo. In tutto questo, Devin segna (12.2 punti) e passa (2.3 assist) discretamente per stare in campo “solo” 26 minuti. Ma i dati che contano, per lui, sono soprattutto quelli difensivi dove, per usare un eufemismo, non primeggia: ultimissimo in DRtg (113), PER (11.9) e Box +/- totale: -3.0 (difensivo: -2.6). Forse non sono proprio dati da Rookie dell’anno.
O.T. Jahlil Okafor: Purtroppo l’infortunio lo ha costretto a fermarsi ed, in pratica, l’ha escluso dalla corsa. Ma i numeri (solo quelli individuali) erano di tutto rispetto.
Preferenze personali e ROTY romantici a parte (…), le statistiche sono state un buon aiuto per individuare il nostro candidato al premio per i giocatori al primo anno.
NBA24 PREDICTION – Rookie Of The Year: KARL-ANTHONY TOWNS