STATS CORNER - I numeri di un predestinato
“E’ destinato alla Hall of Fame”: Non un brutto spot in generale, se poi a dirlo è uno che è già stato All Star, top scorer e MVP della lega più importante del mondo, ha tutto il profumo di un’investitura. Kevin Durant non è, però, l’unico a parlar bene di Karl-Anthony Towns. Il poco più che ventenne di passaporto dominicano sta a impressionando nella sua stagione di debutto in NBA. Forma, insieme a Wiggins e LaVine, un trio di giovani dalle speranze più che rosee, coordinato da un veterano che difficilmente sarebbe potuto esser più azzeccato per l’ala uscita da Kentucky: Kevin Garnett, una delle ali grandi più forti di sempre, giocatore che nei suoi anni di piena condizione fisica ha dominato la lega tanto offensivamente quanto difensivamente. Mentore scelto apposta dalla dirigenza per istruire la nuova generazione Wolves, squadra dal potenziale difficilmente quantificabile. Al momento KAT viaggia a 17.5 punti, 10.2 rimbalzi, 1.6 assist e 1.8 stoppate ad allacciata di scarpe. Tendenzialmente diremmo bene, o male se paragonati ai 37.6 PPG, 27 RPG e 2.3 APG della stagione da rookie di Wilt Chamberlain, ma forse non è il caso di comparare le situazioni, i contesti, il gioco o comunque paragonarli in generale.
Proviamo a confrontare, invece, i numeri di Towns con quelli delle ali forti migliori della storia NBA, per capire quanto bene stia facendo questo ragazzo. Kevin McHale, da tutti considerato tra i primi 3 numeri quattro del gioco, al suo primo anno collezionava 10 punti, 4.4 rimbalzi, 0.7 assist e 1.8 stoppate. Sono due giocatori diversi, d’accordo, ma la leggenda Celtics deve arrivare al suo 5° anno per avere numeri simili/migliori di quelle del rookie di Minnesota. Ad oggi KAT sta mettendo insieme numeri migliori di un certo Karl Malone e di Bosh (entrambi da rookie) e di Charles Barkley (da sophomore!). Uno dei pochissimi in grado di far meglio di lui è Tim Duncan, forse la PW più forte di sempre, che segnò a referto 21.1 punti, 11.9 rimbalzi, 2.7 assist e 2.5 stoppate AL PRIMO ANNO. Regale.
Persino WunderDirk deve aspettare il secondo anno per raggiungere cifre simili (17.5P, 6.5R, 2.5A e 0.8B a gara). E Nowitzki non dovrebbe essere l’ultimo arrivato. Ah è il 6° marcatore ogni epoca? Ok. Il paragone che ci sembra più credibile, ad oggi, sia come giocatore che come statistiche è quello con Chris Webber. Grande mobilità ed atletismo, buona mano, capacità di mettere palla a terra ed un repertorio di movimenti spalle e fronte a canestro infinito. 17.5P, 9.1R, 3.6A e 2.2B, queste le cifre della prima scelta assoluta del 1993, in uscita da Michigan. Entrambi sui 110Kg, peccato che C-Webb fosse 205cm (6’9ft), mentre Towns 212cm (7ft). Ma rispetto al suo mentore, invece? KG deve aspettare il secondo/terzo anno nella lega per mettere a segno cifre simili a quelle dell’ex Wildcats: alla sua terza stagione, Garnett registra 18.5 punti, 9.6 rimbalzi, 4.2 assist e 1.8 stoppate.
Le condizioni per cui sia il più classico dei “allievo che supera il maestra” ci sono, realisticamente, tutte.
Ed avere una carriera migliore di quella di KG, indicativamente, non sarebbe una cattiva presa.