Spurs, Belinelli: "La NBA il mio sogno. Ma non mi aspettavo di passarci così tanto tempo"
Marco Belinelli compie oggi 33 anni. Il nativo di San Giovanni in Persiceto sta vivendo la sua 11.esima stagione in NBA, pronto ad affrontare i Playoff con i San Antonio Spurs, franchigia con la quale vinse il titolo nel 2014. In un’intervista esclusiva a Sky Sport, il Beli ha espresso le sue sensazioni, emozioni, ripercorrendo la carriera.
“La NBA è sempre stato il mio grande sogno” – esordisce Belinelli – “Ho avuto e continuo ad avere una passione enorme per la pallacanestro, e fin da piccolo ho sempre pensato in grande. Sinceramente, però, arrivare ad immaginare che dal 2007 sono nella Lega, riuscendo a vincere un titolo ed una gara del tiro da tre punti, beh quello non l’avrei mai detto“.
Marco non vuole ancora pensare a quando si verificherà l’addio agli States ed, eventualmente, un suo ritorno nel Vecchio Continente: “Finché sto bene fisicamente e sento la stessa voglia di sempre di combattere e di vincere non mi pongo questa domanda. Voglio ancora confrontarmi con i migliori e il mondo americano mi piace tantissimo. EuroLeague o Italia? Soprattutto la prima rappresenta un livello altissimo, ma non il top, dove mi trovo adesso. Ripeto, per ora non penso affatto a questa eventualità“.
Si passa quindi all’attualità, parlando degli Spurs, molto diversi da quelli che lasciò nell’estate del 2015, anche se non nella mentalità: “In fin dei conti, la voglia di vincere e di giocare assieme, unite a un’organizzazione che qui a San Antonio è unica, finiscono per essere più importanti dei cambiamenti nello stile di gioco. La nostra stagione è stata, come dire, altalenante. Il primo mese è stato veramente duro, difficile, perché non riuscivamo a trovare una chimica di squadra accettabile, per via delle tante novità a roster”.
“Alla fine, però, non si scherza con gli Spurs. Siamo tornati a giocare una pallacanestro solida, con un movimento della palla molto più fluido. Si è tornato a rivedere uno stile San Antonio Spurs che fa del gioco di squadra il suo punto forte, anche grazie al contributo di veterani come me e Mills dalla panchina” – prosegue il Beli – “L’ultima striscia di vittorie ci mette in quel gruppo di squadre in competizione per una testa di serie che può essere l’ottava ma anche la quinta. La nostra posizione nei playoff penso che la sapremo solo negli ultimi giorni di stagione. E il nostro calendario non è facile“.
Ovviamente, ai Playoff la speranza è quella di evitare l’accoppiamento con Golden State: “E’ vero che li abbiamo battuti due volte su tre, ma restano la squadra più forte, quella da battere. Penso che un accoppiamento con i Nuggets sarebbe più accettabile, anche se stanno disputando una grande stagione, con una squadra ricca di talento. Vedremo come andrà. Warriors a parte, penso che al momento questi Spurs possano dare filo da torcere a tante squadre. Il pronostico? Ad Ovest i Rockets sono l’alternativa più credibile ai Warriors. Ad Est, vedo molto bene soprattutto Bucks e Celtics. I Sixers potrebbero avere qualche problema di coesistenza, mentre i Raptors li metto un pò più indietro“.
Su coach Popovich: “Coach Pop è cambiato. Nei miei primi due anni a San Antonio era molto più facile che si infuriasse e urlasse contro tutto e tutti. Chiaro, lo faceva sempre per farci migliorare. Ma oggi è diverso. Oggi è un Popovich che comanda e domina come sempre, ma è un po’ più tranquillo. Sa di avere tra le mani una squadra diversa, con giocatori nuovi da conoscere, e lui cerca con tutti il miglior modo possibile di comunicare. Ciò nonostante è riuscito lo stesso nel fare un’impresa (i Playoff per il 22.esimo anno di fila, ndr) sicuramente notevole, perché Popovich non si discute, come allenatore e ancora di più come persona fuori dal campo“.
Non poteva mancare un pensiero su LeBron James, che ha fallito con i Lakers l’accesso ai Playoff: “LeBron è incredibile, resta il miglior giocatore al mondo. Ma questi Lakers non mi avevano mai convinto per come erano stati costruiti. Ci sono stati tanti infortuni, è vero; ma a parte LeBron, il roster non mi ha mai convinto. Non mi sorprende che siano rimasti fuori e sarà stranissimo non vedere il 23 ai playoff“.
Chiusura dedicata alla Nazionale: “Sono davvero carico in vista dei Mondiali. È una sensazione unica, una manifestazione importante, con un livello di competizione altissimo, che spinge ognuno di noi a dare il meglio. Ho parlato con il presidente Petrucci, col Gallo e con alcuni compagni di squadra, e la voglia di far bene c’è tutta. Tra l’estate e settembre sono successe alcune cose, ma sono convinto che siano assolutamente superabili, per il bene della squadra e per il bene dell’Italia“.