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Sorpresa Phoenix a Dallas, in scioltezza Celtics, Wizards e Magic

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DENVER NUGGETS @ WASHINGTON WIZARDS 89-119
Non si ferma la marcia di Washington, che continua a vincere; stavolta, a farne le spese, sono i Nuggets del nostro Gallinari. Partono subito forte i padroni di casa, con la tripla di Bradley Beal che dall’arco colpisce tre volte la difesa avversaria nel primo tempo, dando ai Wizards subito un discreto vantaggio. La difesa fa la sua parte: a fine primo quarto, il sottomano di Chandler viene cancellato da una stoppata esplosiva di John Wall, per un primo quarto che si chiude sul 28-30. Denver scompare nel secondo quarto (solito black-out offensivo) e Washington ne approfitta: con l’alley-oop tra Beal e Wall, i Wizards vanno a riposo sul 46-65. Dopo l’intervallo lungo, non ci sono ulteriori colpi di scena. Washington si diverte a far aprire e chiudere la difesa, trovando così soluzioni sia dall’arco (con Wall e Beal) sia con i lunghi (Gortat e Humphries) sempre pronti a tirare dalla breve distanza. I Wizards vanno in scioltezza. Largo alla panchina, allora, che tiene testa tranquillamente gli avversari. Da far vedere ai posteri è l’alzata di Andre Miller da centrocampo per la schiaccata a volo di Porter.
DENVER NUGGETS: Chandler 20, Faried 9, Mozgov 6, Afflalo 4, Lawson 14 (10 ast), Hickson 8, Arthur 2, Gallinari 7, Harris, Robinson 6, Gee 7, McGee 2, Green 4.
WASHINGTON WIZARDS: Pierce 11, Humphries 20, Gortat 15, Beal 14, Wall 9 (12 ast), Butler 16, Nene 8, Porter 4, Seraphin 16, Miller 4, Blair 2, Temple.

LOS ANGELES LAKERS @ BOSTON CELTICS 96-113
Nella classica del basket NBA, a spuntarla sono i Boston Celtics, grazie ai suoi lunghi e a Rondo che sfiora la tripla doppia. E’ proprio il play da Kentucky che apre le danze: penetrazione, finta dietro la schiena e appoggio al vetro con parabola alta per battere l’aiuto di Hill (5-11, 8’30”). Dall’altra parte, la risposta è ovviamente affidata a Kobe Bryant, che prima dal post basso e poi con un arresto-tiro pazzesco, tiene a contatto i suoi. Rondo, però, instaura un asse interessante con Zeller: il centro è prontissimo a catturare gli assist schiacciati del suo play e la difesa avversaria lo soffre e non poco. Il secondo tempo si apre con un altro passaggio schiacciato a terra di Rajon Rondo che lancia Green in transizione per il lay-up del 51-63. Le cifre parlano chiaro: la chiave dalla partita sta nei rimbalzi e questo si nota particolarmente nella seconda parte della partita, quando Sullinger e Zeller trasformano in punti palle che sembravano perse. La transizione dei Celtics, inoltre, è molto ben preparata da coach Stevens, come quella che chiude la partita: il solito Rondo conduce l’azione e Bradley è già nell’angolo pronto a ricevere. Puntuale arriva l’assistenza del playmaker biancoverde per la sua guardia che con la tripla manda i Celtics sul +20 a meno di 6′ dalla sirena.
LOS ANGELES LAKERS: Johnson, Boozer 2, Hill 13, Bryant 22, Lin 14, Davis 6, Young 16, Price 7, Sacre 2, Ellington 11, Clarkson 3.
BOSTON CELTICS: Green 19, Sullinger 17 (13 reb), Zeller 24 (14 reb), Bradley 16, Rondo 12 (16 ast), Olynyk 6, Turner 9, Pressey, Bass 5, Thornton 5, Wallace, Young.

PHOENIX SUNS @ DALLAS MAVERICKS 118-106
Stavolta non basta un Ellis da oltre 30 punti ai Mavericks per avere la meglio dei ragazzi di coach Hornacek. Come Bledsoe che a metà primo quarto va per il coast-to-coast: Ellis prova ad opporsi, ma sbaglia la posizione, regalando così un gioco da tre punti ai Suns (24-12). Dallas prova a rientrare in partita con la schiacciata in tap-in di Chandler sull’errore di Nowitzki, ma Bledsoe ridà la doppia cifra di vantaggio ai suoi, sfruttando il blocco per una tripla in step-back a metà secondo quarto (56-44). Prima che finisca il primo tempo, c’è modo di vedere una splendida schiacciata di Green, regalata da Dragic, in due contro zero (62-46). Ma Green è un’arma totale anche dall’arco: sfrutta la riapertura e tira in catch&shoot, con i suoi che volano sul 68-53. Al rientro dagli spogliatoi, inizia il duello personale fra Dragic ed Ellis, che cominciano ad accelerare diventando letteralmente imprendibili per le difese avversarie.Nel quarto periodo l’attacco dei Mavericks ricomincia a funzionare alle percentuali solite, ma è troppo tardi: Dragic e i Suns hanno preso il volo e i Mavs rimediano una brutta sconfitta in casa.
PHOENIX SUNS: Tucker 10, M. Morris 22 (10 reb), Plumlee 4, Dragic 28 (13 ast), Bledsoe 19, Len 6, Tolliver 3, Green 15, M. Morris 11.
DALLAS MAVERICKS: Parsons 15, Nowitzki 10, Chandler 15 (18 reb), Ellis 33, Nelson 5, Aminu 1, Harris 10, Jefferson 4, Wright 8, Crowder, Barea 5, Smith, Villanueva.

ORLANDO MAGIC @ UTAH JAZZ 98-93
Due squadre di prospettiva, quelle che si affrontano all’Energy Solutions Arena di Salt Lake City. Si comincia con la schiacciata di Derrick Favors, in grande forma nelle ultime uscite, che su assistenza di Hayward fissa il punteggio sul 16-14 dopo 8′. Nel secondo periodo, i Magic trovano la soluzione dall’arco: prima Frye che inganna la difesa avversaria con una finta di corpo, poi Oladipo a 10” dalla sirena manda a segno la tripla del +12 Orlando. Utah riesce a rosicchiare qualche punto agli avversari nel terzo periodo, che si chiude con la schiacciata tonitruante di Gobert a centro area, liberato dalla penetrazione sulla linea di fondo di Joe Ingles. Hayward (schiacciata) e Hood (da 3) rimettono in scia i Jazz nell’ultimo periodo, ma è uno sforzo inutile: con i Magic sul +5, a 30” dalla fine, Hayward cade goffamente perdendo la palla. E’ l’ultimo highlight della partita, che sancisce un’altra sconfitta per Utah.
ORLANDO MAGIC: Harris 22, Frye 11, O’Quinn 13, Fournier 8, Oladipo 20, Dedmon 6, Payton 2, Gordon 12, Green 2, Nicholson 2.
UTAH JAZZ: Hayward 9, Favors 21 (13 reb), Kanter 16, Hood 15, Burke 13 (11 ast), Ingles 3, Booker 6, Exum 3, Gobert 4, Clark, Novak 3.

 

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone