NBA, ESCLUSIVO Soragna: "Spero fortemente nella ripartenza. Ecco le mie finali di conference"
Il protagonista dell’intervista esclusiva di oggi non ha di certo bisogno di presentazioni. Ma solo per rinfrescare la memoria: storica promozione in Serie A1 con Biella, che successivamente ritirerà la sua maglia numero 7; uno Scudetto, due Coppa Italia e una Supercoppa italiana con Treviso; medaglia d’argento alle
Olimpiadi di Atene 2004, preceduta dalla storica vittoria per 95-78 contro gli Stati Uniti di Duncan, Iverson, Wade e LeBron James; bronzo agli Europei del 2003. Stiamo ovviamente parlando di Matteo Soragna, oggi commentatore NBA per ‘Sky Sport’. Ecco l’intervista concessa a NBA24.it.
È di qualche giorno fa il comunicato della lega sull’obiettivo ripartenza a fine luglio nell’impianto Disney World. Riusciranno secondo te ad organizzare la ripresa in totale sicurezza?
“Spero fortemente che possano ripartire per due motivi: il primo è che vuoi dire che ci saranno le condizioni di sicurezza adatte, il secondo è che tutti i lavoratori che circolano attorno all’NBA potranno ricominciare a portare a casa il pane“.
In caso di ripresa, quali sono le tue favorite? Pensi che ci sia una squadra su tutte da battere?
“Con i pronostici sono una frana, però dico che la finale ad Est potrebbe essere Milwaukee–Boston, ad Ovest dovrebbe essere Clippers–Lakers. Da qui in poi tiro una monetina“.
Un giorno potrai raccontare ai tuoi nipoti di aver rifilato 17 punti a Duncan, Iverson, LeBron & co. Un racconto di quelle emozioni culminate poi con l’argento ad Atene 2004.
“L’amichevole a Colonia ha unito gli appassionati e i tifosi a quella squadra, anche se in palio non c’era nulla. Diciamo che abbiamo approfittato di una squadra che conosceva poco l’attacco alla zona e di cinque minuti di follia di Basile e Galanda. Poi sono arrivate le Olimpiadi e ancora cinque minuti di follia del Baso e di Galanda nella semifinale contro la Lituania“.
Quali ritieni che siano stati il compagno di squadra e l’avversario più forte?
“Ho avuto il piacere di giocare insieme a tanti campioni, tra i molti (lasciandone fuori ancora di più) dico Siskauskas perché faceva cose pazzesche. L’avversario che più mi ha fatto piacere incontrare è stato Manu Ginobili, per ovvi motivi…“.
Chiusura inevitabile su “The Last Dance”, capolavoro assoluto anch’esso non esente però da qualche critica. Penso ad esempio alla figura di Krause.
“È stato un prodotto fantastico, con un lavoro dietro impressionante considerando che avevano 500 ore di immagini. È rimasto fermo per 22 anni probabilmente perché Jordan non dava l’ok per la messa in onda e per questo è normale che sia diventata la storia narrata da lui. In ogni caso un successo mondiale“.