SILVER - "Piccole chance di eliminare l'hack-a-shaq"
Presente a Oakland per il via delle Finals 2015, Adam Silver, commissioner NBA, ha trattato di alcuni temi all’ordine del giorno nella Lega, dal fallo intenzionale al possibile restyling della postseason. Riguardo al primo punto, ovvero l’idea di vietare l’hack-a-shaq, balzato prepotentemente agli onori delle cronache durante le partite di Playoff giocate dai Clippers con Spurs e Rockets, Silver ha ammesso che nella riunione dei general managers, tenutasi lo scorso 13 Maggio, la maggioranza si è opposta all’eliminazione della regola. “I dati dimostrano che la gran parte dei casi riguarda due squadre. Il 90% di essi si è verificato tra Clippers e Rockets e, per il 75%, coinvolge due giocatori, DeAndre Jordan e Dwight Howard. A questo punto la domanda cambia, dovremmo chiederci se dobbiamo cambiare le regole per due squadre e due giocatori in particolare“. Silver, inoltre, ha aggiunto che se da un profilo estetico nutre seri dubbi sulla regola, come amministratore del gioco temeva che eliminarla potesse disincentivare i giovani giocatori a fare fallo sul tiro.
Riguardo alla modifica del format dei Playoff, classificando le squadre in base ad un seeding generale, dalla 1° alla 16°, anziché 8 per Conference, Silver spiega come, alla fine, i contro si siano rivelati maggiori dei pro. “Alla fine, quest’idea del seeding dalla prima alla sedicesima, mentre sembra interessante sotto molti aspetti, a causa dei lunghi spostamenti che comporterebbe, al momento non è una buona idea“. Silver ha portato l’esempio un’ipotetica sfida tra Warriors e Celtics, se questa modifica fosse stata già operativa in questa stagione: “Le due squadre avrebbero dovuto attraversare più volte tutto il paese. Per cui, non è sembrata una buona idea“. Per aiutare la salute dei giocatori, cercando di limitare gli infortuni, il commissioner ha confermato che, dalla prossima stagione, verrà ridotto il numero dei back-to-back.
In settimana, dopo il caso Thompson, c’erano stati attriti tra i Warriors e la NBPA, che accusava lo staff dei californiani di aver violato il protocollo NBA sui colpi alla testa, rimandando in campo prima Curry e poi Thompson. “I nostri protocolli sono stati seguiti esattamente in entrambi i casi” – taglia corto Silver – “Ho parlato con il sindacato dei giocatori per capire se ci potrebbero essere altre soluzioni al problema. Noi siamo aperti a tutte le proposte. Abbiamo parlato con i responsabili degli altri campionati e con consulenti medici di tutto il mondo, per trovare la soluzione migliore per affrontare casi di questo tipo“.