Adam Silver: "I cinesi ci hanno chiesto di cacciare Morey, ma abbiamo rifiutato fermamente"
Mentre la Preseason 2019 giunge alla sua conclusione, con le ultime sei partite in programma stanotte (ora italiana), non si affievoliscono gli echi dell’ormai famigerato ‘MoreyGate‘, la crisi diplomatico-finanziaria tra la NBA e la Cina innescata dal tweet del General Manager degli Houston Rockets, Daryl Morey, a sostegno dei manifestanti di Hong Kong.
Sulla questione è tornato ad esprimersi il Commissioner NBA, Adam Silver, il quale svela le forti pressioni giunte da parte cinese per cacciare o in qualche modo punire Morey: “Le conseguenze di tutta questa situazione potrebbero essere per noi anche drammatiche; in Cina non stanno più trasmettendo le nostre partite e stiamo subendo perdite rilevanti. Sinceramente non so cosa accadrà nel prossimo futuro“.
“Abbiamo anche subito pressioni dirette da parte cinese, con richieste esplicite di cacciare Morey. Da parte nostra, però, noi abbiamo replicato che non potevamo assolutamente assecondare le loro richieste, e nemmeno avevamo intenzione di punirlo” – continua Silver – “Non dobbiamo prendere una posizione in merito, ma garantire la libertà di esporre le proprie idee, così come la intendiamo noi qui negli States; dunque, nostro compito è supportare il diritto di Morey di twittare e di esprimersi“.
Silver si è espresso anche sulle forti critiche piovute sulla Lega e sui suoi esponenti da vari politici del panorama statunitense, sia democratici che repubblicani: “Anche in questo caso la questione è molto complessa” – sottolinea il Commissioner NBA – “Posso capire quel punto di vista, ma il nostro paese, sotto tutti i punti di vista, intrattiene legami con partner cinesi. Dal punto di vista sportivo, poi, il cosiddetto ‘engagement’ tra realtà molto diverse tra loro non può che avere risvolti positivi, ad esempio avvicinare le persone come nessun governo potrebbe mai fare. Abbiamo fatto grandi progressi in termine di scambi culturali con il popolo cinese e sarei molto dispiaciuto se gran parte di questo lavoro andasse perso“.