ROTY Rush Alumni #3 - Nikola Mirotic
Titograd, 11 Settembre 1991. Nasce lo spagnolo destinato ad essere una stella nel Real Madrid e una rivelazione al suo primo anno da Rookie. Ma Titograd, oggi Pogdorica, una volta non era la capitale dell’attuale Monte
negro? Siamo ovviamente di fronte a un caso dei nostri amati oriundi, uno dei più pregevoli. Nikola Mirotic nasce quindi nell’est europeo e nonostante un’iniziale passione per il calcio, si dedica al basket appena iniziata l’adolescenza ed è già nella Joker High School che il suo talento comincia a far rumore. Il trasferimento in Spagna, nella capitale più calda d’Europa, è praticamente immediato, e già a 14 anni entra nel mondo dei Blancos.
Arrivato a giusta maturazione ecco che comincia la sua avventura in Eurolega, con la certezza di un posto già conquistato in Nba e di dover solo crescere in qualità: il Draft del 2011 lo vede già protagonista, dove da Houston passa a Minnesota e infine a Chicago, che lo accoglierà qualche anno dopo. Nella massima competizione europea l’impatto è ottimo, e se al primo anno arriva secondo nella classifica per il premio di Rising Star, ecco che arrivano le due nomine al All Second Team del torneo. L’ultimo anno piazzerà una media di 12.4 punti a partita, arricchiti da 4.6 rimbalzi.
Inizia così il suo percorso nella lega professionistica più blasonata, con il montenegrino, ormai naturalizzato spagnolo, che vola negli States per approdare alla corte dei Bulls, trovandosi quindi sin da subito in una contender per il titolo. Gli esordi nel mondo NBA, però non sono dei migliori: poco, pochissimo spazio e occasioni non sempre sfruttate. Per sua fortuna in quel di Chicago hanno l’abitudine di trovare infortuni più disparati, ed è così che inizia l’ascesa di Niko.
Nel terminare del periodo autunnale l’ala trova sempre più posto nel quintetto, approfittando della lungodegenza di Dunleavy e McDermott, a cui si aggiungono anche i fastidi riportati da Butler, che gli regalano tanti minuti e un grande riflettore sotto cui esibirsi. I numeri cominciano ad impennarsi e con l’infortunio di Parker, Mirotic viene a tutti gli effetti considerato il più credibile avversario di Andrew Wiggins all’alba del 2015. Il nuovo anno però non porta belle notizie al ragazzo proveniente dal Montenegro, laddove il posto sotto il riflettore comincia a scottare sempre di più. Infatti i suoi Bulls cominciano a perdere sempre più pezzi, incidendo anche sulle sue prestazioni, catapultato improvvisamente come uno dei condottieri del team.
Con il ritorno dei protagonisti di franchigia, però, il gioco di Niko trova nuova linfa, affermandosi definitivamente come arma di tutto rispetto per la squadra. Negli ultimi mesi di Regular Season metterà a segno una media di 20.8 punti e 7.6 rimbalzi giocando poco più di 30 minuti, stravolgendo ogni pronostico sul suo ruolo come Rookie dell’anno. Allo spagnolo non basterà tuttavia il rush finale per ottenere il titolo, dove arriverà solo secondo classificato, ancora una volta.
Il gioco nei playoff, esponenzialmente più duro a livello tattico influisce molto sulle sue prestazioni, che lo vedono relegato a soli 15 minuti di media con 5.7 punti a partita. Chiusa così la prima annata a Chicago, pronto a ripartire per puntare al titolo anche il prossimo anno.