ROTY Rush #6 - La guida al rookie dell'anno
ANDREW WIGGINS – A poco più di 20 partite ancora da disputare è ormai certo di essere premiato come Rookie dell’Anno e l’impressione è che in questo periodo ne abbia infine preso consapevolezza. Le prestazioni sono sempre buone, ma essendo il cestista di punta di una squadra che rischia di arrivare ultima è logico aspettarsi sempre partite come contro Houston (30 punti e 6 rimbalzi). Il tutto con la speranza l’anno prossimo i suoi Timberwolves diventino una squadra degna di questa Nba.
ELFRID PAYTON – Dopo l’esonero di coach Vaughn il suo posto nel quintetto era stato messo in discussione, ma a suon di assist il ragazzo ha dimostrato di sapere il fatto suo in quanto a regia delle azioni. 9 assist contro Miami e 10 contro Phoenix sono un ottimo biglietto da visita e se riuscisse a risolvere il perenne problema dimostrato nel segnare punti l’anno prossimo potrebbe dire la sua.
NERLENS NOEL – Vittima dell’ennesimo smantellamento in casa 76ers, si è caricato la squadra sulle spalle dimostrando ancora una volta di essere una roccia per tutte le caratteristiche difensive. L’impressione però è che il leader dei rookie per quanto riguarda stoppate, palle rubate e rimbalzi debba cercarsi un futuro roseo lontano da Philadelphia, dove le idee sono tutto meno che chiare.
K.J. MCDANIELS – Chi, come me, si aspettava che il passaggio di McDaniels ad una contender come i Rockets avrebbe rappresentato un salto di qualità per il ragazzo è stato immediatamente smentito. Che lo spazio concessogli sarebbe stato poco era intuibile, ma restare fuori per 6 partite su 8 e giocare un totale di 5 minuti ha tanto l’impressione di essere un giudizio definitivo. Con l’arrivo dei playoff la situazione non farà che peggiorare ed il consiglio migliore non può che essere di cercare una nuova casa per la prossima stagione.
NIKOLA MIROTIC – Il finale di stagione dei Bulls sta regalando tante soddisfazioni allo spagnolo, dopo che si sta per concludere un inverno infernale per lui. 29 punti e 9 rimbalzi contro i Clippers, 23 con 8 rimbalzi contro i Wizards e 26 con 8 rimbalzi contro i Thunder sono i numeri da capogiro che l’ala sta collezionando nelle ultime partite, sfruttando il momento di continui infortuni che sta attraversando Chicago. Avesse continuato così anche a gennaio e febbraio, ora il ROTY Award non sarebbe così scontato.
JUSUF NURKIC – Che il periodo peggiore dei Nuggets degli ultimi anni sia coinciso con il suo recente infortunio non so quanto sia una casualità. Prima dei dolori alla caviglia infatti Nurkic viaggiava intorno alla doppia doppia di media (9.8 punti e 9.9 rimbalzi) e si stava affermando come un nome su cui puntare in tutta la lega. Le ultime tre partite viste da spettatore hanno contribuito sul già non roseo momento dei suoi e si aspetta con impazienza il suo ritorno sul parquet.
MARCUS SMART – Il solito caso di Dr. Jekyll e Mr. Hyde. Troppo altalenante il rendimento del playmaker di Boston, che ha comunque vissuto una stagione travagliata. Prima l’infortunio, poi la partenza di Rondo ed infine l’arrivo di Thomas come ultima trade dei Celtics. Il posto in quintetto resta una certezza, ma l’impressione è che sia più una scelta dettata dalle caratteristiche di Thomas (che lo supera per numeri nonostante i minori minuti giocati), più dominante quando parte dalla panchina. Sta a lui dimostrare di valere il posto concessogli confermando le buone parole che anche il suo coach continua a spendere.
ZACH LAVINE – La vittoria dello Slam Dunk Contest e la partenza di Williams per altri lidi non sembra aver giovato più di tanto alla continuità di Zach. Il minutaggio è al solito irrisorio e i numeri anche, seppur con qualche eccezione come i 14 punti infilati nella recente partita con i Los Angeles Clippers. Probabilmente con qualche azione in più da giocare incrementerebbe anche la qualità dei suoi match, staccandosi dall’immagine del ragazzo che schiaccia divinamente e dimostrando di essere capace di molto altro ancora.