ROTY Rush #5 - La guida al Rookie dell'anno.
Bentornati nell’angolo in cui i protagonisti sono i Rookie Nba, nell’ultima edizione prima dell’All-Star Weekend, e quindi dell’attesa Rising Star Challenge.
ANDREW WIGGINS – Sarà il fiore all’occhiello del team internazionale nel weekend che ci attende, così come lo è stato fino ad ora per la classe 2014-15. Che la sua e dei suoi Wolves fosse una stagione transitoria lo si sapeva: ad Ovest ci sono troppe rivali blasonate e oggettivamente Minnesota non è a quei livelli. I rientri di Martin e Rubio danno però nuovi stimoli per questo finale di stagione, magari non puntando più alle prestazioni personali, ma ad abbandonare quell’ultimo posto che sinceramente non meritano. Andrew resta comunque il favorito per il premio, risultando essere la costante dei Rookie in forma ogni settimana.
ELFRID PAYTON – I tempi bui fuori dal quintetto sembravano essere solo un lontano ricordo, ma la tempesta che ha travolto Orlando in questi giorni rimette tutto in discussione. Il licenziamento di coach Vaughn, che lo aveva definitivamente preferito a Fournier (impiegato solo da ala piccola in quintetto), potrebbe rivoluzionare le scelte dei Magic. Paradossalmente la partita che è costata il posto al suo mentore è anche quella in cui Elfrid ha totalizzato ben 14 punti. Resta comunque il leader del gruppo per quanto riguarda gli assist, il che potrebbe rivelarsi una garanzia.
MARCUS SMART – Restiamo tra i playmaker ma ci spostiamo in quel di Boston, laddove la sesta scelta al draft sta cominciando a convincere, seppur non definitivamente. Marcus si conferma un ottimo assistman (secondo tra i Rookie), ma continua a segnare davvero poco, anche quando viene schierato in quintetto. I problemi quindi non sono stati totalmente risolti e a questo si aggiunge anche il forfait per la gara di venerdì, causa un infortunio che lo terrà per un po’ lontano dalla palla a spicchi. Dopo l’All Star Weekend ci si aspetta una corsa ancora più impetuosa, per ammutolire gli scettici.
NIKOLA MIROTIC – Non accenna a fermarsi il pessimo periodo per lo spagnolo, che dopo un pessimo mese di Gennaio, si sta riconfermando anche negli ultimi giorni. L’infortunio di Dunleavy gli ha dato molte più chance di partire in quintetto, la maggior parte bellamente sprecate nel ruolo di ala piccola. 6 canestri in altrettante partite sono la dimostrazione di un periodo di scarsa lucidità e probabilmente pessima forma, soprattutto pensando che a fine 2014 lo si indicava come rivale più accreditato per impensierire Wiggins.
NERLENS NOEL – Nulla da imputare invece a Noel, la cui crescita costante è davvero da elogi. Per distacco il miglior difensore tra i giocani, si conferma leader in tutti i parametri difensivi. Soprattutto ai rimbalzi è sempre più dominante e l’impressione è che il futuro rientro di Embiid potrebbe davvero spostare gli equilibri dell’Est il prossimo anno. Dal punto di vista realizzativo certo non è una cima, ma la doppia cifra raggiunta contro Atlanta e Denver danno segnali positivi anche sotto quell’aspetto.
K.J. MCDANIELS – Senza spostarci da Philadelphia possiamo introdurre anche la situazione di McDaniels, che al contrario del compagno di squadra appena citato, non sta vivendo il suo periodo più roseo in Nba. Pur restando uno dei migliori difensori sulla piazza, per essere una shooting guard, il non riuscire più a trovare un posto in quintetto in una squadra che non ha aspirazioni di alcun tipo suona tanto di bocciatura. In più l’esclusione dal Team USA (capitanato tra l’altro dal suo compagno in backcourt, Carter-Williams), dove gli vengono preferiti Rookie per prestazioni inferiori, è un brutto colpo dal quale deve al più presto riprendersi.
AARON GORDON – Con sole 19 partite giocate è il Rookie più atteso per il finale di regular season, complice anche l’alto numero con cui è stato scelto. Il discorso fatto in precedenza per Payton vale probabilmente anche per lui, ma nel ballottaggio che vede lui, Payton e Fournier battagliare per due posti, l’ala grande parte in vantaggio, anche per la posizione che poi occuperebbe Harris in campo. Out nell’ultimo match, avrà del tempo per riposarsi, visto che le pochissime prestazioni effettuate naturalmente non gli sono valse la convocazione per il match di venerdì.
JUSUF NURKIC – Esordio nella nostra rubrica per il giovane cestista in forza a Denver. Ottimo difensore, si è fatto notare soprattutto per le stoppate, classifica in cui è 12° in tutta la lega, dove prevale su nomi di alto lignaggio come Hibbert o Drummond. Anche nei rimbalzi sta ottenendo cifre davvero importanti, con una media di 7.8 nelle ultime 12 partite. La particolarità? Non è titolare e le cifre appena riportate sono state realizzate in una media di 21.1 minuti a partita. Convinti ora?
DANTE EXUM – Ancora un playmaker per la nostra rubrica, che dopo aver visto trionfare tre PM negli ultimi 4 anni, ne propone altrettanti prospetti interessanti. La point guard di Utah ha ultimamente convinto coach Snyder a concedergli un posto fisso tra i titolari. Certo Exum imposta bene il gioco e fa girare con i giusti tempi il team, ma le cifre vanno urgentemente migliorate, sia per gli assist che per i punti. 3 punti e 7 assist nelle ultime 3 partite non sono cifre che possono garantirti un posto ambizioso in Nba.
ZACH LAVINE – Brutta discesa anche per LaVine, che dopo un Dicembre da protagonista, ha visto i suoi minuti crollare drasticamente nel mese appena concluso. Il ritorno di Rubio non lancia ottimi segnali e la fila per giocare comincia a farsi davvero troppo affollata. Nonostante tutto i suoi numeri lo rendono ancora secondo per assist e quarto per punti, a dimostrazione che ha tutte le carte per ritagliarsi un posto meritevole. Chissà che una vittoria nello Slam Dunk Contest non lo proietti in alto nelle graduatorie.