ROTY Rush #12 - La guida al rookie dell'anno
JAHILL OKAFOR – Periodo quantomeno particolare per la nuova stella dei 76ers, che ha passato più tempo a fare notizia fuori dai palazzetti che a scatenarsi sul parquet. Le varie scazzottate con i tifosi, i limiti di velocità superati senza problemi e le due partite che salterà per scelta della società hanno oscurato dei comunque ottimi risultati sul campo, che lo hanno visto protagonista di 25 punti contro Minnesota e 19 nella sfida con i Celtics. Certo parlare di risultati in un ambiente che vede 19 sconfitte e una vittoria diventa a tratti tragicomico, forse per questo Okafor ha preferito farsi alla pazza gioia tra le strade di Philadelphia.
D’ANGELO RUSSELL – Ritorna a far parlare di sé la seconda scelta assoluta dell’ultimo Draft, che dopo un inizio con parecchie difficoltà, sta iniziando ad entrare nei meccanismi dei Lakers, seppure i risultati di squadra restino mediocri. Il posto in quintetto non è quasi mai messo in dubbio e il minutaggio comincia a diventare davvero importante, così come il numero di punti, con una doppia cifra raggiunta in 4 delle ultime 6 partite. Ottima prestazione contro Portland, dove sono stati 16 i sigilli del playmaker, che cerca di rimettersi in corsa nel suo primo anno in NBA.
KARL-ANTHONY TOWNS – Un po’ in calo rispetto alle scorse edizioni le quotazioni di Towns, ad oggi ancora il favorito numero uno al ruolo di rookie dell’anno nonostante le ultime due settimane non siano andate benissimo. Le prestazioni individuali vedono infatti solo due gare da 18 e 17 punti rispettivamente con Pistons e Clippers (partite poi perse dai Timberwolves) contro le quattro prestazioni sottotono con massimo 8 punti a referto. Minnesota continua però il suo ottimo percorso che la vede ancora in zona playoff, quindi c’è poco di cui preoccuparsi, perché i punti del centro torneranno il prima possibile.
KRISTAPS PORZINGIS – Continua inesorabile il momento d’oro per l’ala grande venuta dalla Lettonia, che partita dopo partita ha deciso di rendere la vita un inferno al bambino che scoppiò in lacrime di disperazione alla sua scelta de Draft. Mai sotto la doppia cifra, si è anche preso il disturbo di rifilare 14 e 20 punti in due occasioni ai Rockets, per poi ripetersi anche contro gli Heat. Se i Knicks hanno già nove vittorie il merito è anche (se non soprattutto) il suo, in barba a chi già cantava al bidone quando nemmeno riuscivano a leggerne il cognome.
JUSTISE WINSLOW – Tanti minuti dalla panchina per la guardia vincitrice dell’ultimo titolo NCAA, che pur partendo sempre dalla panchina si ritaglia uno spazio alle volte anche maggiore rispetto ai titolari di Miami. Peccato che però i tanti minuti soprattutto nell’ultimo quarto (con quasi 10′ di media nel finale) non lo vedano protagonista di prestazioni memorabili. Basti pensare che l’ultima partita da doppia cifra è stata contro Philadelphia il 23 Novembre e che nelle altre statistiche certo non domini la scena. In una franchigia che si sta rilanciando a protagonista della Eastern Conference potrebbe diventare ancora più incisivo e trovare spazio come miglior guardia nella nuova classe dei rookie.
NEMANJA BJELICA – Grande perdita la sua per i Timberwolves, che hanno fatto a meno del serbo per quattro partite la scorsa settimana e lo hanno potuto riabbracciare solo domenica, dove ha ricominciato doveva aveva smesso, con più di 20 minuti giocati e 10 punti messi a referto contro i Clippers. Più anonima la prestazione nella sconfitta in casa contro i Magic, dove comunque si è preso tanti minuti di spazio confermando le grandi aspettative che la franchigia nutre nei suoi confronti. È uno di quelli di cui Minnesota ha bisogno per dominare in futuro, e partita dopo partita non farà che dimostrarlo.
EMMANUEL MUDIAY – Periodo nero quello vissuto dai Nuggets, che hanno appena interrotto la striscia negativa di otto sconfitte ritornando alla vittoria contro i Raptors nell’ultima uscita. Ne ha risentito parecchio anche Mudiay, che proprio come i suoi compagni di squadra non è riuscito ad eccellere se non in pochissime occasioni. I numeri non sono poi così imbarazzanti, ma le doppie doppie di inizio stagione sono sembrate un miraggio, alzando l’asticella praticamente solo nella sfida con i Warriors (ovviamente vittoriosi) in cui ha messo a segno 17 punti e 8 assist. Tutto da rifare sia per lui che per la squadra, in attesa di momenti più rosei.
WILLIE CAULEY-STEIN – Notizia dell’ultima ora vede il lungo rookie dei Kings vittima di un brutto infortunio che lo terrà lontano dal parquet di Sacramento per almeno il prossimo mese. Cauley-Stein a dirla tutta non stava certo dominando le aree in NBA, ma resta un’importante perdita per la franchigia, che su di lui aveva puntato per spostare DMC dall’area troppo vicina al canestro, regalandogli quasi sempre il posto in quintetto. Al suo ritorno (praticamente nel 2016) ci saranno da migliorare la fase realizzativa e anche quella a rimbalzo, buona ma non ancora eccellente.