Rodman chiama, Kerr risponde: "Dennis saltava almeno 15 partite per squalifica. Ha avuto modo per riposarsi"
Cosa resta di quei gloriosi Chicago Bulls che vinsero per 3 anni di fila? Nulla o forse molto molto poco. L’amicizia tra Jordan e Pippen, le storie di coach Jackson, gli anelli sulle dita dei giocatori, una leggenda che dura e durerà ancora nel tempo. Questi gli aspetti positivi di quegli anni ma ogni medaglia ha un suo rovescio. Il rapporto tra quei Bulls sono sempre stati un po’ controversi e per certi versi ne abbiamo la riprova a due decenni di distanza. La situazione si è venuta a creare tra Dennis Rodman e coach Steve Kerr.
Lo scorso martedì, il coloratissimo Rodman ha partecipata allo show di Bill Reiter, firma di CBS Sport, e ha sparato a zero sulla lega e su tutti gli aspetti discutibili delle nuove generazioni, partendo dai Warriors del ’90 più forti di quello di adesso (come gruppo), arrivando a dire che Klay Thompson è meglio di Stephen Curry, passando per un frecciatina tirata a giocatori come LeBron James, accusati di prendersi troppo “sere libere” per riposarsi. La discussione dell’ “out to rest” impazza nelle ultime ore anche grazie alla risposta pungente – neanche troppo velatamente – di un suo ex compagno di squadra come Steve Kerr, attuale allenatore della squadra più forte della lega. Mercoledì, infatti, è arrivata la prontissima risposta del figlio di Malcom, il quale si è lasciato andare ai microfoni dopo la gara:
“Ho visto che Dennis Rodman si lamentava sui giocatori che riposano durante la stagione”, ha detto ridacchiando in conferenza stampa. “Ho fatto una buona uscita dicendo questo, perché Dennis è stato sospeso almeno 15 volte nel corso di una stagione, saltando almeno 15 partite. Ha avuto molto tempo per riposarsi… o comunque andava a Las Vegas o a WrestleMania. Otteneva una serata libera quando voleva, non può certo lamentarsi”.
Kerr entra non solo in difesa delle sue scelte ma soprattutto in difesa di James, il principale obiettivo attaccato da Rodman. Come fanno notare i grandi media americani, infatti, l’uscita di Kerr è sì pungente ma molto corretta. Oltre alle indubbie giocate pazze di Rodman, Kerr sottolinea come anche i grandi campioni abbiano riposato durante le loro leggendarie carriere. Il giornalista James Herbert, in un focus per CBS Sport, ha evidenziato e sottolineato i casi più eclatanti, portando in scena ancora una volta il paragone con Michael Jordan. Dopo le prime 9 stagioni NBA, scrive Herbert, Jordan ha preso un anno sabbatico intervallato dal baseball (sport in cui non occorre una perfetta forma fisica), non giocando la stagione 1993-94. L’anno successivo, nella stagione 1994-95 ha giocato appena 17 partite di regular season, facendo allungare sostanzialmente ad un anno e mezzo la sua lontananza dalle attività cestistiche. Si è poi ritirato per altre 3 stagioni prima di tornare nel 2001 con Washington. A 33 anni, invece, James ha preso molte meno pause di Jordan e ha giocato già molti più minuti di Sua Altezza Aerea.