Rockets, Stephen Silas a rischio. La replica: "Credo in quello che faccio"
In questa fase storica, gli Houston Rockets rappresentano l’emblema delle franchigie in ricostruzione. Passata l’epoca di James Harden e di Chris Paul, oltre che di Russell Westbrook più di recente, il presente della franchigia dell’owner Tilman Fertitta vede un arrancare nei bassifondi della Western Conference, con tanto di peggior record della Lega (2-16) ed una serie negativa di ben 15 ko consecutivi, interrotta soltanto nella notte tra mercoledì e giovedì, con il sorprendente 118-113 casalingo sui Chicago Bulls.
Questo avvio di stagione più che complicato, secondo Jake Fischer di Bleacher Report, avrebbe spinto il front-office dei Rockets a ‘pesare’ il futuro di Silas, argomentando come un cammino così negativo, pur parlando di un roster in ricostruzione e giovanissimo (25.4 anni l’età media), possa incupire l’ambiente e minare il morale e l’ottimismo di giocatori e staff.
“Non ho bisogno dell’approvazione di nessuno. Credo in quello che faccio e credo di essere capace di fare l’allenatore” – ha detto Silas nelle ultime ore – “I giocatori rispondono quando li sfido o li alleno. Che si vinca o si perda, io resto sempre lo stesso allenatore“.
Ancora Fischer, in conclusione, riporta le parole di un GM (non nominato direttamente dal giornalista), riguardanti sempre l’head coach dei Rockets: “L’hanno messo in una brutta situazione. Silas è genuinamente una delle persone migliori in NBA, si preoccupa delle persone. Piazzarlo con un manipolo di ragazzi molto giovani, i quali probabilmente pensano soltanto alle proprie stats e al proprio minutaggio, non è stata una gran mossa. Non penso sia la persona giusta in quella situazione“.