ROCKETS-MAVERIVCKS, Top&Flop: Nowitzki unico faro, Howard e Harden sugli scudi.
Top:
JAMES HARDEN: Confermato leader della compagine, ha parzialmente sfatato i dubbi sulla sua costanza in post-season. Ellis non si è dimostrato un avversario all’altezza dell’Harden attuale e le cifre lo dimostrano. Si aspetta il prossimo avversario, ma c’è davvero qualcuno che può tener testa a The Beard?
DWIGHT HOWARD: Se qualcuno avesse deciso di non credere all’esclusione programmata di Dwight, la serie contro Dallas dovrebbe aver messo tutti d’accordo. Sotto canestro ha mostrato un dominio impressionante, sia dal punto di vista realizzativo, tenendosi sempre sulla doppia cifra, ma soprattutto per i rimbalzi, difensivi e offensivi, che hanno raggiunto numeri esorbitanti.
DIRK NOWITZKI: Sarà un luogo comune, ma il tedesco invecchia maledettamente bene. In una squadra alla deriva, senza organizzazione e con evidenti problemi di spogliatoio, è sempre lui la luce da seguire, anche se spesso non basta. È uno di quei giocatori che speri non appendano mai le scarpe al chiodo, perché ogni partita in più sembra essere un ultimo gioiello da tenersi stretto.
Flop:
TYSON CHANDLER: Per un centro che domina, ce n’è uno che viene dominato, è inevitabile. I pronostici sembravano essere tutti a favore del lungo dei Mavs prima dell’inizio dei playoff, eppure la differenza si è fatta sentire ai limiti dell’abissale. Non è il peggiore dei suoi, ma perdere in quasi tutte le sfide con il tuo diretto avversario può rivelarsi un danno maggiore rispetto all’essere fuori condizione, ma meno sotto i riflettori.
RAJON RONDO: Flop non solo della serie, ma di tutta la stagione. Il playmaker ha arrecato danni pesanti all’economia dei Mavericks, sia creando svariati problemi di spogliatoio, dove non è mai riuscito a ritagliarsi un posto, sia facendo perdere pezzi importanti di rotazione come Crowder. Dulcis in fundo c’è stato lo strappo definitivo con Carlisle, che lo ha messo fuori dai giochi anzitempo e che ne preannuncia il futuro. La valigia, infatti, è già pronta e nuovi lidi lo aspettano.
L’ESULTANZA – Cosa vuoi imputare a una squadra che concede un solo arresto in una serie (oltretutto un derby) inizialmente per nulla scontata? Bastava fare un giro sulla pagina Twitter dei Rockets per scoprire l’arcano. Il messaggio, che intimava la soppressione della mascotte degli avversari, è stato “poco professionale” ed infatti è costato il posto di lavoro a chi di dovere. Va bene esaltarsi per una vittoria importante, ma c’è modo e modo.