Rockets, Harden: "La mia striscia record? Frutto delle necessità della squadra"
Nel mentre la regular season osserva qualche giorno di pausa post All-Star Game, ci si può fermare un attimo e riflettere su quelli che finora sono stati gli spunti principali. A livello individuale, spicca certamente la stagione finora assurda dell’MVP in carica, James Harden. The Beard è nel bel mezzo di una striscia che ha pochissimi eguali nella storia. Sono infatti 31 le partite di seguito nelle quali la stella di Houston realizza almeno 30 punti. La seconda più lunga di sempre, eguagliando un Wilt Chamberlain che detiene anche la 1° posizione, con 65.
Intervistato da Rachel Nichols, di ESPN, Harden ha spiegato come questa sua ‘esplosione’ sia stata frutto delle difficoltà nelle quali è incorsa la sua squadra, in particolare come infortuni, avendo dovuto fare a meno (e a lungo) di gente come Chris Paul e Clint Capela. “La serie di partite da 30 o più punti è ovviamente incredibile, ma è un qualcosa che ho dovuto fare solo a causa della nostra situazione” – ha detto Harden – “Abbiamo avuto un sacco di infortuni e praticamente tutti i giocatori hanno fatto avanti e indietro dall’infermeria. Quindi da ciò è scaturita la serie, e adesso è un argomento di discussione. Ma non è qualcosa su cui sono sinceramente concentrato, nel senso che lo faccio per dare alla squadra la possibilità di vincere la partita“.
Durante questa striscia, Houston è 21-10 mentre Harden sta viaggiando a 41.5 punti di media con 27.3 tentativi dal campo. Una nota dolente sono le tante critiche che Harden riceve per il suo stile di gioco, soprattutto sui social: “Difficile non accorgersi di queste critiche” – commenta Harden – “Quando hai i social media, hai anche i fan che leggono quello che si dice su di te e te lo chiedono… Io faccio del mio meglio per stopparle, ma è complicato, soprattutto quando provengono da ex giocatori NBA. Ma è chiaro che tutti hanno il diritto di esprimere la propria opinione“.
Emblematiche le parole rilasciate a NBA TV da Stephen Curry, a margine dell’All-Star Game di domenica: “Mentre parlavo con James mi sono complimentato per quanto fatto finora. La prima cosa che lui mi ha detto è stata ‘Si, questo è divertente, ma mi piacerebbe giocare diversamente piuttosto che hero ball”. E’ come se la gente volesse che lui giochi in quel modo, in una squadra che può esprimere un basket stupendo, con giocatori che sanno giocare“.