Raptors, Scariolo: "Il 9-1 iniziale non è una sorpresa, non sono mai stato un vice ma mi sto adattando"
Il primo mese di NBA di Sergio Scariolo è andato piuttosto bene, con i suoi Toronto Raptors che guidano la classifica dell’East Conference con 9 vittorie e una sola sconfitta.
Intervistato esclusivamente da Sky, l’allenatore italiano commenta questo suo primo mese di esperienza in un mondo totalmente nuovo: “Questo avvio a razzo non mi sorprende, abbiamo tra le mani una squadra molto forte fatta prima di uomini che da giocatori. Tutti si impegnano in entrambe le fasi di gioco e nessuno gioca per le statistiche. Sicuramente qualche partita in più la perderemo ma siamo abbastanza soddisfatti di come abbiamo iniziato. I due leader sono senza ombra di dubbio Leonard e Lowry, sono superiori agli altri tecnicamente e guidano la squadra in maniera eccellente. Il roster ha grandi doti sia nel quintetto che in panchina, con molti giovani che saranno a breve pronti per fare il salto di qualità che ci aspettiamo. Ibaka? Lo conosco benissimo perché l’ho allenato quando ero alla guida della Spagna. Fortunatamente per lui c’è Valanciunas che lavora da centro, quindi lui può spostarsi e sfruttare anche le sue doti perimetrali. E’ un professionista esemplare, sta rispondendo alla grande.”
Per quanto riguarda il suo ruolo in franchigia, Scariolo sta vivendo un periodo di adattamento: “Avevo già avuto la possibilità di arrivare in NBA, ma ho preferito aspettare un’offerta come quella di Toronto, che mi fa sentire al centro del progetto e nel coaching staff. Non è semplice fare il vice, soprattutto per chi è sempre stato abituato come me a stare al comando. Per adattarsi basta buttare il proprio ego in un cassetto ed aiutare il più possibile il capo allenatore. Conosco da una vita Nick Nurse e sono in perfetta armonia con lui, non poteva capitarmi un ‘capo’ migliore. L’unica cosa che mi ha impressionato dell’NBA sono le condizioni fisiche ei giocatori e gli allenamenti che si utilizzano qui per migliorare le proprie caratteristiche, posso dire tranquillamente che negli Stati Uniti sono avanti anni luce rispetto al basket europeo.”