Raptors, Lowry: "L'ultima con questa maglia? Quel che sarà sarà"
Reduci da 9 ko consecutivi, i Toronto Raptors stanotte sono tornati alla vittoria, abbattendo per 111-135 i Denver Nuggets all’Amalie Arena di Tampa, Florida, la casa dei canadesi in questo periodo di pandemia. In evidenza i vari Pascal Siakam (27+8 reb e 6 ast), OG Anunoby (23+6 reb), Norman Powell (22) e Fred VanVleet (19). Ma i riflettori erano puntati principalmente su un giocatore, ovvero Kyle Lowry.
Questo perché quella contro i Nuggets potrebbe essere stata l’ultima partita in maglia Raptors per il #7 (autore per la cronaca di una prova da 8+9 ast e 5 reb), che tra l’altro oggi compie anche 35 anni. “È stato strano stasera (stanotte ndr) giocare senza sapere quale sarà il prossimo passo, con la sola consapevolezza che potrebbero esserci varie opzioni sul tavolo. Voglio dire, chi sa cosa succederà? Nessuno. Perciò è stato davvero diverso stasera (stanotte ndr)”, commenta a caldo Lowry.
“Credo che, guardando indietro, Bryan Colangelo (allora General Director dei Raptors, ndr) mi scambiò per farmi diventare il play titolare, purtroppo lasciandosi sfuggire Steve Nash” – continua – “Lo scambio venne fatto per affidarmi le chiavi della squadra e io, ovviamente, volevo approfittarne. Penso che semplicemente mi basai sul fatto che tutti qui, credevano totalmente in me, credevano in quello che potevo fare come singolo e come leader della squadra“.
Scelto alla #24 del Draft 2006 dai Memphis Grizzlies, con i quali resta fino al febbraio 2009, prima di passare agli Houston Rockets, Lowry arriva a Toronto nell’estate 2012. Un processo di crescita graduale e continuo, quello del nativo di Philadelphia e della franchigia canadese, culminato con la cavalcata vincente dei Playoff 2019, oltre che da sei chiamate all’All-Star Game e all’inserimento nell’All-NBA Third Team nel 2016, anno in cui si mette anche al collo l’oro alle Olimpiadi di Rio con Team USA.
“Onestamente non importa quel che accadrà, quel che sarà sarà. Alla fine della giornata, tutto accade per un motivo. Non puoi controllare tutto, ma ogni decisione che ho preso nella mia carriera ha funzionato e andrà tutto bene anche stavolta“, ha concluso il classe 1986.