Prevista nelle prossime ore la risonanza magnetica a Steph Curry
Motiejunas scivola, crea una lunga scia di bagnato sul parquet del Toyota Center, Ariza è proprio in quella zona, fa fatica a rimanere in piedi, Curry lo segue per contestargli il tiro e scivola su quella chiazza di sudore. In quell’istante il ginocchio destro effettua una torsione completamente innaturale, facendo contorcere dal dolore l’MVP. E’ una scena che ritornerà spesso nella mente di Curry, almeno fino al responso della risonanza magnetica, quella che decreterà l’entità e la gravità dell’infortunio. Ha provato durante il warmup tra il primo e il secondo tempo ma, pochi secondi dopo un po’ di corsetta e qualche scivolamento, torna immediatamente negli spogliatoi con le mani in faccia e poca voglia di farsi riprendere dalle telecamere. Fin da subito filtrano le prime preoccupazioni e si teme una distorsione del ginocchio, a questo punto quasi certa. L’entità, però, è la cosa più importante da capire. Il “felt bed” di coach Kerr non lascia presumere nulla di buono.
Se la distorsione sarà di primo grado, i tempi di recupero sono stimati dai 7 ai 15 giorni. Se la distorsione sarà di secondo grado, lo stop sarà dalle 2 alle 4 settimane. Se ci sarà la rottura del legamento, la stagione sarà finita per Curry.