Phoenix, Washington e i peggiori numeri della notte
Esistono sere in cui la palla non ne vuol sapere di entrare. Ci provi in ogni modo: da 3, da 2, prendendo fallo e andando in lunetta, cercando la soluzione migliore, il tiro più aperto. Nulla. Esistono sere in cui il tuo canestro sembra stregato, quasi come se gli Dei del basket si schierassero apertamente contro di te. Stanotte quegli stessi Dei hanno dimostrato quanto non tengano alle sorti né dei Phoenix Suns né dei Washington Wizards. I casi sono diversi ma i numeri sono orribilmente simili.
Nella gara interna contro i Miami Heat, Washington è riuscita a realizzare un record negativo dopo l’altro: ha tirato 22 volte, sbagliando 20 tiri, chiudendo il quarto con 2/22 dl campo; ha tirato con il 9% nella seconda metà del primo tempo, permettendo a Miami di scavare il solco decisivo per garantirsi la vittoria già all’intervallo. Parliamo esplicitamente di negatività in termini di percentuali al tiro, perchè il conto delle palle perse resta sotto controllo per tutta la gara (11). Il 13.8% da 3 col quale ha tirato Washington (contando lo 0/3 di Porter, lo 0/3 di Dudley, il 2/7 di Temple, l’1/6 di Wall e l’1/5 di Eddie su tutti) non è tanto sintomatico di un attacco fermo, statico e poco organizzato bensì di tiri aperti che non sono entrati, di tiri comodi sbagliati malamente (basti pensare al floater finito ad un metro dal ferro di Ramon Sessions). Tutta la squadra, ovviamente, ha un plus/minus negativo che va dal -4 di Humphries al -21 di Temple e Porter. Il paradosso sta nel fatto che queste orrende percentuali si siano rivelate solo ed esclusivamente nel secondo quarto, mentre per il resto della partita le percentuali sono state basse ma accettabili come dimostrano i parziali degli altri quarti.
Storia non troppo differente per i Phoenix Suns che, senza Bledsoe, non hanno nessun tipo di punto di riferimento offensivo. Nella sconfitta maturata allo Staples Center contro i Lakers, i Suns hanno realizzato appena 77 punti, tutti mal distribuiti lungo i quattro parziali della gara. 26 nel quarto periodo, 29 nel terzo per un totale di 55 punti nel secondo tempo. Una cifra più che onesta considerando tutte le difficoltà di Hornacek e soci. Il problema è simile a quello dei Wizards ma si estende ad un intero tempo anzichè ad un unico quarto: i Phoenix Suns realizzano 22 punti nei primi 24 minuti di gioco, facendo registrare il peggior primo tempo nella storia della franchigia. Sono esattamente 10 i punti nel primo periodo e 12 quelli nel secondo. E allora è vero ciò che diceva Daniele Silvestri: “Più in basso di così, c’è solo da scavare“.