PAU GASOL – La rinascita del catalano
Pau Gasol avrà segnato in rosso sul calendario la data del 10 Gennaio 2015 e non dimenticherà il match dello United Center contro i Milwaukee Bucks. In una serata da “one man show”, il catalano ha praticamente battuto da solo i ragazzi terribili di coach Kidd, realizzando il proprio career-high al termine dei 48’ che hanno visto Chicago imporsi 95-87. Perché diciamo che la partita si è risolta in una sorta di Gasol vs Bucks? Perché il buon Pau ha messo a referto la bellezza di 46 punti, conditi da ben 18 rimbalzi, una doppia doppia che, con tali numeri, negli ultimi 15 anni solo altri tre giocatori sono stati in grado di fare, ovvero Kevin Durant, Shaquille O’Neal e Chris Webber; a Chicago, invece, non vedevano tali mirabilie da ben 25 anni, ad opera di un certo MJ, quando, insieme a 18 rimbalzi, ne rifilò ben 69 ai malcapitati Cleveland, il 28 Marzo 1990. Un dominio, quello di Gasol, che viene reso più esplicito dal paragone con i numeri di tutta la squadra, orfana di D-Rose e con un Butler non nella sua miglior serata. Oltre ad aver realizzato il 43.7% dei punti totali dei Bulls, Gasol ha messo a segno 17 canestri (su 30 tentativi) su 35 di squadra (quindi, la metà), ma con percentuali migliori (56.6% vs 31%). Inoltre, Pau ha tirato con un 12 su 13 dalla linea della carità, contro un 9 su 11 degli altri suoi compagni.
Il bello della prestazione di Gasol è che non rappresenta la tipica goccia nel deserto. Che quella attuale fosse la stagione del rilancio per Pau Gasol, una sorta di seconda giovinezza, non in molti lo avevano pensato quest’estate. Quando ha lasciato Los Angeles, sponda Lakers, dopo 6 anni e mezzo, la gioia di due titoli NBA vissuti da protagonista e le ultime due stagioni con tanti guai fisici, la scelta di firmare con i Bulls, a 34 anni suonati, è parsa come l’ultima spiaggia per rincorrere un qualcosa di importante, con gente in squadra come Derrick Rose, Jimmy Butler e Joakim Noah, tutti sotto la guida esperta di coach Thibodeau. Sin dalla preseason, il maggiore dei fratelli Gasol ha mostrato una linfa nuova, unita ad una grande voglia di rimettersi in gioco e tornare a sentirsi importante, tornare ad essere, forse per l’ultima volta, uno dei centri più decisivi di una Lega che lo vede protagonista sin da quando, al Draft 2001, venne scelto come #3 al primo giro.
Anche stavolta i numeri valgono più di mille parole. In 39 presenze, finora, Pau ha messo insieme già 23 doppie doppie. Nelle ultime 10 partite, il #16 viaggia alla media di 22.7 punti (51.8% dal campo), 12.4 rimbalzi, 2.6 assist e 2.3 stoppate in 34.3 minuti di utilizzo medio. Se allarghiamo lo sguardo a tutta la stagione attuale, notiamo come Gasol stia viaggiando ad una media di 18.9 punti (48% dal campo), 11.4 rimbalzi, 2.7 assist e 2.1 stoppate in 34.8 minuti. Leggendo tra le righe, una simile media a rimbalzo, lo spagnolo, l’ha toccata solo nella stagione 2009-10, mentre, per quanto riguarda le stoppate, si tratta del proprio career-high finora. Che dire? Le chance di Chicago di puntare al titolo della Eastern Conference passano sicuramente per le esperte mani del centro catalano. Se Pau saprà mantenersi sugli ottimi livelli di prestazione mostrati finora, insieme alla conferma di Butler e all’integrità di Rose, allora dalle parti di Windy City potranno finalmente tornare a sognare in grande.