Passeggiano Cavs e OKC, vittorie a fil di sirena per Bulls e Kings trascinati da Gasol e Cousins
LOS ANGELES CLIPPERS @ OKLAHOMA CITY THUNDER 108 – 131: dei Grammy’s Doc Rivers deve essere probabilmente stufo, perchè il viaggio che lo vede distante dallo Staples Center sta diventando disastroso per i suoi Clippers. Stanotte hanno fatto visita a dei Thunder più che indemoniati e, per di più, senza un giocatore chiave come Blake Griffin, il quale dovrà restare ai box dalle 4 alle 6 settimane dopo l’operazione al gomito. Anche alla Chesapeake Energy Arena, il crollo fisico, psicologico, nervoso quasi dei Clippers preoccupa e non poco. Dura solo un quarto la partita, con uno Spencer Hawes in gran spolvero e con un CP3 che quasi controvoglia è chiamato a prendersi responsabilità prima dei suoi canonici momenti. Dall’altra parte c’è Kevin Durant che fa ombra sulla pessima serata al tiro del compagno Westbrook e poi c’è McGary, giocatore firmato qualche giorno fa e già in grado di realizzare 19 punti in 23′ con 8/9 dal campo! Dopo i primi 24′ il vantaggio è già di 10 lunghezze ma si ha l’impressione che i Clippers non siano i soliti ed infatti nel secondo periodo arriva la tramvata a firma OKC: 35-19 il parziale, che fa ancor più paura se consideriamo i 38 punti subiti nel secondo quarto (73 punti subiti in due periodi). Durant prende possesso della gara, affiancato da Ibaka, Westbrook, Waiters e Jackson, tutti in doppia cifra. Da segnalare due infortuni: il primo di Glenn Davis e il secondo di un eroico Steven Adams che, nonostante avesse una mano infortunata, ha tirato comunque il libero aggiuntivo con l’altra e l’ha mandato a bersaglio! La partita, come già visto nei turni precedenti di Los Angeles, finisce anzitempo, con un passivo che più volte tocca quota 30 punti. Finisce 131 (!!) – 108 Thunder che vincono e convincono. Gli aspetti negativi della sconfitta Clips sono davvero tanti ma uno su tutti è la difesa: i punti subiti sono davvero troppi perchè dopo i 102 dei Nets, i 105 dei Cavs, i 123 dei Raptors arrivano i 131 dei Thunder. Un cambio di rotta è obbligatorio anche se le prossime partite, che per fortuna di Rivers torneranno ad essere anche allo Staples, saranno contro Mavs, 2 Rockets, Spurs, Kings, 2 Grizzlies e Chicago, non proprio squadre di seconda fascia. Il viaggio è lungo e se i Clippers vogliono dimostrare qualcosa, dovranno farlo nelle prossime gare, anche senza BG.
LOS ANGELES LAKERS (33-19): Barnes 15, Hawes 17, Jordan 8 + 10 RT, Rivers 9, Paul 18 + 13 ASS, Crawford 21, Davis, Turkoglu 6, Wilcox 10, Udoh 2, Jones 2.
OKLAHOMA CITY THUNDER (26-25): Durant 29, Ibaka 13, Adams 5, Roberson 3, Westbrook 19 + 11 RT, Waiters 16, Collison 4, Jackson 15, McGary 19 + 10 RT, Jones 2, Lamb 6, Smith.
LOS ANGELES LAKERS @ CLEVELAND CAVALIERS 105 – 120: non lasciatevi fuorviare dal punteggio finale. Se in Oklahoma la partita è durata un quarto solo, qui a Cleveland la situazione di equilibrio è durata non oltre la palla a due delle 21:30, da lì in poi il buio totale in casa Lakers. Nonostante la difesa a tratti ancora imbarazzante dei Cavs, i padroni di casa hanno gestito dal primo minuti una partita che andava in diretta nazionale per il semplice fatto di vedere gli ultimi attimi di sfida tra Kobe e LeBron. Peccato che gran parte del mondo si è dovuta accontentare di uno strepitoso Kevin Love da 32 e 10 rimbalzi, il massimo in stagione, e di un James che solo nel terzo quarto ha deciso di inserire forse la seconda. Per i Lakers non c’è altro da dire e da fare, se non far giocare quelli che Byron Scott ritiene i giovani più interessanti come Clarkson (20), che non passa un pallone nemmeno sotto tortura, ed affidarsi ad Ellington. Per il resto, gita in Ohio dei purple-and-gold. Anche qui lo svantaggio ha toccato più volte quota 30 e abbiamo all’interno della stessa gara 3 doppie-doppie: Kevin Love chiude con 32 punti (7/8 da 3) e 10 rimbalzi, James con 22 punti e 10 rimbalzi, mentre Kyrie Irving con 28 e 10 assist. C’è gloria per tutti nel finale e coach Blatt può anch far prendere meglio il ritmo gara ad una pedina importante come Iman Shumpert. Troppa la differenza, troppo talento in più e troppa mancanza di Kobe per cercare di tener testa al Re.
LOS ANGELES LAKERS (13-38): Kelly 2, Black 8, Sacre 4, Ellington 12, Clarckson 20, Johnson 15, Boozer 9, Lin 11, Davis 16, Young 8.
CLEVELAND CAVALIERS (32-21): James 22 + 10 RT, Love 32 + 10 RT, Mozgov 8 + 10 RT, Smith 2, Irbing 28 + 10 ASS, Shumpert 12, Thompson 10, Dellavedova 3, Jones, Harris 3.
CHICAGO BULLS @ ORLANDO MAGIC 98 – 97 – Potremmo essere anche un po’ cattivi ma concedetecelo: a Orlando si gioca una partita di pallacanestro rispetto alle altre 2! All’Amway Center di Orlando, Florida, arrivano i Chicago Bulls che approfittando del momento no dei Wizards si sono piazzati al terzo posto della East Coast. Anche gli uomini di Thiboeau però non stanno vivendo un gran momento, viste le 4 sconfitte nelle ultime 6 gare. Coach T. è in cerca di conferme e di certezze e il primo quarto è certo positivo sotto questo punto di vista: vengono doppiati dopo 10 minuti i Magic, chiudendo il primo quarto sul punteggio di 32-16 con tanto di fallo e canestro a fil di sirena di Butler. Mentre Gasol cattura la doppia doppia nel solo primo quarto, nel secondo i padroni di casa si risvegliano e rimettono in discussione il risultato. Sotto il segno di Oladipo di va negli spogliatoi con i Magic in ritardo di sole 5 lunghezze. Il momento positivo di Orlando continua perchè prima Victor Oladipo con l’and-one agguanta il pari e poi con Harris piazza il sorpasso grazie ad una tripla dall’angolo. TimeOut quasi “violento” di Thibodeau che scuote i suoi. La difesa si risveglia e in campo aperto Butler riporta i suoi avanti. Nell’ultimo quarto i sorpassi e i controsorpassi si sprecano e da una parte e dall’altra si cerca la soluzione migliore per allungare. A 2′ dalla fine è ancora Oladipo ad imbarazzare la difesa dei Bulls e a portare i suoi sul +6, vantaggio che dura fino a 30” dalla fine. Butler ruba e va in campo aperto, Fournier fa la sua prima frittata, commettendo un fallo che, naturalmente, gli arbitri sanzionano con un Clear Path to the basket. Lo scarto si riduce prima a 4 grazie ai tiri liberi e poi a 1 sola lunghezza con la chirurgica tripla di D-Rose. 18” alla fine e arriva la seconda frittata di Fournier che si lascia raddoppiare in prossimità della linea di centro campo e commette infrazione di doppio campo. Palla persa velenosa perchè concede la chance di vittoria ai Bulls. Derrick Rose prova la zingarata sulla linea di fondo, va dentro, alza la parabola, sbaglia ma a correggere c’è una furia catalana che sotto canestro (in attacco) continua a fare la differenza: tap-in schiacciato per il +1 a 9” dalla fine. Orlando ha la chance di replicare ma sbaglia prima con Vucevic e poi con Harris. Finisce 98-97 Bulls.
CHICAGO BULLS (32-20): Snell 8, Gasol 25 + 15 RT, Noah 18, Butler 27, Rose 10 + 11 ASS, Brooks 3, Gibson 2, Moore 5, Mirotic.
ORLANDO MAGIC (16-38): Harris 15, Frye 12, Vucevic 14, Oladipo 18, Payton 10, Green, Gordon 3, O’Quinn 3, Harkless, Dedmon 8, Fournier 14.
PHOENIX SUNS @ SACRAMENTO KINGS 83-85: vivace la partita tra Kings e Suns che si promettono battaglia fin dalle prime battute, come dimostra Ben McLemore che prima piazza una stoppata pazzesca su Dragic, poi va in attacco e segna da 3 punti facendo impazzire panchina e pubblico. Si va all’intervallo con i Suns ancora sotto ma abbarbicati alla partita grazie ad un meraviglioso Isaiah Thomas. Il terzo quarto è il regno di Boogie, DeMarcus Cousins, e nè Wright nè Morris possono farci niente. Il +10 lo firma lui e i Kings chiudono il terzo quarto con un parziale di 17-25. La partita di riaccende nel finale anche grazie ad un ritrovato Goran Dragic, ma la vera spina nel fianco resta l’ex di turno Thomas. La sua parabola altissima in penetrazione non consente ai lunghi padroni di casa di stopparlo e a suo di canestri così riporta i Suns sul -2 a 2:30 dalla fine. Guidati dal piccolo grande uomo, Phoenix riesce a mettere il naso avanti a 1:22 dalla sirena con il jumper dalla media di Morris che fa letteralmente tremare la Spleep Train Arena di Sacramento. TO Corbin per costruire qualcosa di sensato ma niente da fare, Cousins ha deciso che la partita deve vincerla lui e solo lui: prima magistrale uso del perno e canestro in gancio, poi, a 2” dalla fine, riceve, palleggio, finta, fa saltare l’uomo, tiro in allontanamento e BANG! Sulla sirena il canestro convalidato di DMC fa impazzire il palazzo e regala la vittoria ai Kings. Un centro che fa queste cose semplicemente non si è mai visto! 83-85 Kings.
PHOENIX SUNS (29-24): Tucker 7, Morris 8, Plumlee 4 + 12 RT, Dragic 13, Thomas 26, Morris 5, Green 9, Wright 5, Warren 6.
SACRAMENTO KINGS (18-32): Casspi 3, Thompson 9, Cousins 28 + 12 RT, McLemore 13, Sessions 10, Williams 4, Landry 6, Evans 4, McCallum 8, Stauskas.