Parla Rondo: "Con Karl gioco perfetto per me. A Dallas al posto sbagliato nel momento sbagliato. Beli? I love Marco!"
Rajon Rondo esce poche volte allo scoperto, e quando lo fa non è mai banale. Questa volta i colleghi de ‘La Gazzetta dello Sport’ sono riusciti a strappargli qualche parole e in tutto quello che ha detto si capisce di quanto abbia personalità il play dei Kings. Risposte a tutto tondo, dalla nuova esperienza, ai suoi compagni di gioco fino ad arrivare al rapporto con coach Karl: “A Dallas le cose non sono andate bene, mi avevano dato per finito. Non sono stato valorizzato, quindi in estate mi sono fatto il c… per tornare al meglio. Il gioco in transizione e veloce di coach Karl è perfetto per me” (nonostante il record 8-15 e i propositi di inizio anno, l’allenatore ha l’appoggio di Cousins e di Rondo, per cui resta saldamente in panchina). “Qui ho la fiducia di tutti”, prosegue Rajon, “dicevano che a Boston sfornavo assist solo perché avevo hall of famer accanto a me, eppure qui continuo a farlo”. Rondo infatti non ha tutti i torti, i numeri parlano chiaro: 11 assist di media a gara e primato in Nba nella classifica degli assistman. “Quando eseguo un assist non lo programmo, seguo il flusso del gioco, mi viene naturale, è la soluzione ideale in quel momento. E il rapporto con gli altri giocatori? “Cousins è come un fratello minore per me, cerco di fargli da fratello maggiore per farlo migliorare come giocatore, ma soprattutto come uomo. Belinelli? I love Marco, è il compagno ideale per un play come me, si muove veloce ed è un eccellente tiratore, sfrutta i blocchi di Koufos e Cous, così come Ray Allen sfruttava quelli di Garnett e Perkins”.