Parker trascina San Antonio contro i Kings. Denver travolge Phoenix. Ok Atlanta e Milwaukee
NEW ORLEANS PELICANS @ ATLANTA HAWKS 91-100
Davanti al pubblico amico della Philips Arena, gli Hawks centrano l’8° W stagionale (6-2 in casa), grazie ad una grande prova difensiva nei primi due quarti e ai 26 punti di un sempre più convincente Teague (al 62.5% dal campo). Importanti, per Atlanta, anche i 19 punti di Carroll e la doppia doppia di Horford (10+10 rimbalzi). Per i Pelicans, invece, il record torna esattamente al 50% (7-7): non basta il ventello di Holiday ed Anderson (dalla panchina) e i 18 di Evans, soprattutto quando l’uomo di punta, Anthony Davis, è protagonista di una serata “normale”, che frutta comunque una doppia doppia (14+11 rimbalzi). Il primo tempo è dominato dall’intensità difensiva dei ragazzi di coach Budenholzer, che concedono appena 28 punti agli avversari (record stagionale negativo per i Pelicans, positivo per gli Hawks). Tanti gli errori al tiro da una parte e dall’altra nei primi 12′; le due squadre faticano a prendere il sopravvento, anche se il primo break è targato Atlanta, con uno 0-8 culminante nel canestro da due di Mack per il 10-16 (3’25” dalla sirena); al termine del primo quarto, i padroni di casa conducono per 15-19. Le percentuali europee continuano anche nella seconda frazione. Atlanta parte forte, con i canestri di Schroder e Millsap (rispettivamente 11 e 13 a referto), che consentono un primo allungo deciso, sul +12 (15-27 a 9’22” dall’intervallo lungo). Proseguono i problemi al tiro per gli ospiti, con un difficoltoso 5/20 nel periodo. Nonostante ciò, New Orleans si rifà sotto fino al -5 (26-31 a 6’35” dalla sirena); un parziale di 2-10 permette ad Atlanta di andare al riposo sul 28-41. Il terzo periodo vede i Pelicans provar subito a rientrare, con i canestri di Evans (7 nel periodo), Davis e Asik (schiacciata su assist di Holiday), per il -7 (34-41). La risposta della franchigia della Georgia è immediata, con un nuovo break di 2-10 (tripla di Korver e gioco da 3 punti di Teague), per il +15 (36-51 ad 8′ dall’ultima sirena). Gli Hawks controllano bene la situazione, presentandosi all’ultimo quarto avanti di 11 (51-62). Negli ultimi 12′, gli attacchi si sbloccano. Atlanta, sospinta dagli 11 punti nel periodo di Teague e dai 9 di Carroll, prima allunga sul +16 (56-72 ad 8’53” dal termine), quindi controlla i tentativi dei Pelicans di rimettersi in corsa (11 di Anderson per gli ospiti). Finisce con una meritata vittoria degli Hawks per 91-100.
NEW ORLEANS PELICANS (7-7): Evans 18, Davis 14 (11 reb), Asik 10 (11 reb), Rivers, Holiday 20, Salmons 9, R. Anderson 20, Babbitt, R. Smith, Fredette, Whitey, D. Miller, Ajinca
ATLANTA HAWKS (8-6): Carroll 19, Millsap 13, Horford 10 (10 reb), Korver 11, Teague 26, Mack 2, Antic 5, Scott, Bazemore 3, Schroder 11, Brand, Muscala
MILWAUKEE BUCKS @ DETROIT PISTONS 104-88
Grazie ad una prova superba della panchina (63-19 il confronto), la squadra allenata da Jason Kidd continua nel suo ottimo momento, espugnando Auburn Hills e portando il record sul 10-7 (5-5 in trasferta). Mattatori dell’incontro il turco Ilyasova (22 punti e 8 rimbalzi) e Dudley (16 punti). Niente da fare per Detroit, alla 7° sconfitta consecutiva (2-6 in casa), la peggior striscia per coach Van Gundy dal 2003-04, quando allenava gli Heat; non basta, ai Pistons, la grande prestazione di Drummond (26+20 rimbalzi) e i 21 punti di Caldwell-Pope; si rivede, quantomeno in panchina, il nostro Datome. Alcune assenze per le due squadre: nei Pistons, terzo match saltato di seguito per Jennings (pollice sinistro slogato); nei Bucks, mancano Henson (distorsione piede sinistro), Wolters (malattia) e Pachulia (motivi personali). Il primo quarto vede partire meglio i padroni di casa, con 9 punti nel periodo per D.J. Augustin. E’ proprio il play di New Orleans a mettere la tripla del +8, su assist di Monroe (6-14 a 7’20” dalla sirena); dall’altra parte, sempre dall’arco, è Ilyasova a realizzare il -1 (21-22 a 2’13”); dopo 12′, il tabellone recita 25-29 per Detroit. La musica comincia a cambiare nel secondo quarto, quando sale in cattedra Dudley (11 punti e tre bombe a segno nel periodo). Il primo vantaggio Bucks arriva dopo 2’38”, con il jumper dalla media di Middleton (12 totali per lui), per il 32-31. Nonostante i molti errori al tiro, i Pistons provano a non far scappar via gli ospiti; però, dopo il pari a quota 39 di Drummond, Milwaukee accelera con un break di 14-6, concluso dal gioco da 3 punti di Kendall Marshall (9 e 8 assist), per il 53-45 con cui le squadre vanno al riposo. La ripresa vede il duo formato da Caldwell-Pope e Drummond condurre la rimonta della squadra del Michigan, con 20 punti su 24 totali nel periodo; nelle file dei Bucks, la risposta arriva dal quartetto Mayo-Ilyasova-Parker-Middleton. Detroit riesce a ricucire fino al -1 in quattro occasioni; Milwaukee resiste e chiude ancora avanti il parziale, sul 74-69. L’ultimo periodo vede gli ospiti indirizzare le sorti dell’incontro nei primi 4′ e mezzo, con un micidiale 16-5 orchestrato dai 10 punti di Ilyasova (più le triple di Middleton e Marshall), al quale Detroit contrappone solo i 5 punti di Singler; a 7’35” dalla fine, siamo sul 90-74 Bucks. E’ lo strappo decisivo: i Pistons non hanno più la forza per rientrare e Milwaukee conduce agilmente in porto l’incontro, dopo aver toccato anche il +19 con una tripla di Bayless (101-82 a 2’33” dalla conclusione).
MILWAUKEE BUCKS (10-7): Antetokounmpo 7, J. Parker 8, Sanders 6, Mayo 8, Knight 6, Ilyasova 22, Middleton 12, Bayless 10, Dudley 16, Marshall 9
DETROIT PISTONS (3-13): J. Smith 13, Monroe 5, Drummond 26 (20 reb), Caldwell-Pope 21, Augustin 10, C. Butler, Jerebko, Dinwiddie 2, Singler 11, J. Anthony, Datome, C. Martin
SACRAMENTO KINGS @ SAN ANTONIO SPURS 104-112
Se queste due partite come sostituto del malato Gregg Popovich possono venir considerate come l’inizio della carriera da head coach in NBA, il futuro di Ettore Messina può considerarsi più che promettente. All’AT&T Center di San Antonio, infatti, con l’italiano in panchina, gli Spurs regolano una delle sorprese di quest’avvio di stagione, ovvero i Kings, centrando la 6° W consecutiva (9 nelle ultime 10 partite), confermandosi pressochè imbattibile in casa (6-1). MVP dell’incontro un sontuoso Tony Parker (27 punti e 8 assist, con il 58.8% dal campo); molto bene anche Leonard (19) e Duncan (18+8 rimbalzi); in generale, San Antonio, con il 51.2% dal campo, ha toccato il proprio season-high, comprendente anche un 50% da 3 (12/24) e 29 assist su 42 canestri. Soccombe Sacramento, alla 7° L della stagione (5-5 in trasferta): ai Kings, orfani del loro miglior giocatore, DeMarcus Cousins, non servono i 48 punti dei recuperati Gay e Collison (rispettivamente, 23 e 15), per evitare il ko; positive anche le prestazioni di Hollins (15) e McLemore (14). L’avvio è all’insegna dell’equilibrio: San Antonio prova a far male dalla lunga distanza (3/5), con Parker che si prende subito la scena (11 punti nel periodo); nei Kings, invece, sono Hollins (8) e Gay (4 e 3 assist) a cominciare bene. Il primo quarto si conclude sul 22-26 per i texani. Nel secondo periodo, partono le rotazioni, e l’equilibrio sembra cominciare ad incrinarsi dopo il break di 0-6 di San Antonio, firmato Green-Diaw-Joseph (29-36 a 8’15” dalla sirena); purtroppo, non entra in partita Belinelli, il quale gioca 13’37”, senza timbrare il referto (0/6 dal campo, 0/5 da 3). Sacramento, nonostante l’impegno di Landry e Hollins (8 e 7 nel periodo), non riesce a limare il vantaggio esiguo acquisito dagli Spurs che, anzi, toccano ripetutamente il +10, prima con Ginobili (36-46, con 7 punti e 8 assist per l’argentino), poi con Leonard (tripla dall’angolo su splendido scarico di Parker, per il 43-53), quindi con Bonner, che piazza il 51-61 a 13″ dalla sirena, su assist di Duncan. Gli Spurs provano a mettere in ghiaccio la partita in avvio di secondo tempo: le triple di Leonard e Green e i canestri di Duncan (8 nel periodo) regalano ai detentori dell’anello il +13 (59-72 a 9’15”); ci pensa, quindi, Parker, con 6 punti in un minuto, a portare i suoi sul +15 (63-78 a 7’07” dall’ultimo intervallo). I Kings, però, non mollano, con un McLemore in gran spolvero (11 nel periodo); dopo un nuovo +13 Spurs firmato Bonner (71-84), i californiani piazzano un 9-4 negli ultimi 4′ che gli consente di arrivare all’ultimo quarto con un divario inferiore alla doppia cifra (80-88). In avvio di ultima frazione, però, San Antonio allunga subito sull’80-92, frustrando i tentativi ospiti di rimonta ribattendo colpo su colpo. La parola fine alla partita la mette, ovviamente, Parker, il quale ruba palla a Collison a metà campo, involandosi per un comodo layup, che vale l’88-102 (6’16” al termine). A 2’27” dalla fine, Leonard, da 3, realizza il massimo vantaggio, +17 (94-107), replicato, poco dopo, anche da Duncan.
SACRAMENTO KINGS (9-7): Gay 23, J. Thompson 4, Hollins 15, McLemore 14, Collison 15, Casspi 8, Derrick Williams 9, Sessions 4, Landry 12, Stauskas, R. Evans, McCallum
SAN ANTONIO SPURS (11-4): Leonard 19, Duncan 18, Diaw 9, D. Green 11, T. Parker 27, Ginobili 7, Joseph 3, Bonner 8, Belinelli, Baynes 10, Ayres, K. Anderson, Daye
PHOENIX SUNS @ DENVER NUGGETS 97-122
Continuano a volare i Nuggets di coach Shaw, alla 6° vittoria nelle ultime 7 gare, con le quali portano il record sul 50% (8-8, 5-3 in casa). Al Pepsi Center, va in scena la rivincita sui Suns, vittoriosi sulla franchigia del Colorado appena 48 ore prima. La vittoria dei Nuggets è netta e senza discussioni, con ben 7 giocatori in doppia cifra, guidati da un ottimo Afflalo, top scorer con 22 punti, e dalla confortante prova di Gallinari (in 23’13” di impiego, 11 punti (4/7 dal campo) e 8 rimbalzi), e un dominio schiacciante sotto i tabelloni (58-34 a rimbalzo). Ai Suns non bastano i 16 di Bledsoe per arginare la valanga bianco-celeste ed evitare la L dopo 5 successi di fila (5-4 in trasferta). Sin dall’inizio si capisce che aria tira, con i Nuggets molto determinati: emblematica la percussione centrale, con inchiodata, di Faried (11+9 rimbalzi per The Manimal), per il 4-10 dopo 3’49”; Chandler, da 3, firma il 7-15, ma Tucker, con due tiri dall’arco, porta i suoi sul -3 (15-18 a 3’13” dalla sirena). Ci pensa Mozgov a ricacciare indietro gli ospiti, con 5 punti in fila (13 per il russo); a 40″ dal primo intervallo, si iscrive al match anche Gallinari, con un gioco da tre punti che vale il 17-30. Le triple di Harris da una parte e Gerald Green dall’altra, concludono il quarto d’apertura sul 22-33 Nuggets. I locali prendono il volo nel secondo periodo: un tap-in di Arthur, su un tiro sbagliato da Hickson, vale il +19 (27-46), culmine di un parziale di 5-13 con cui Denver apre i secondi 12′. Phoenix stenta a reagire, e Faried, con 4 punti in fila, sigla il +20 (32-52). Ancora Faried, dalla linea della carità, consente a Denver di andare all’intervallo lungo sul 47-66, season high per quanto riguarda i punti realizzati nel primo tempo. Il copione non muta neanche nel terzo periodo, con i Nuggets che vanno a chiudere definitivamente l’incontro. Malgrado gli 8 punti dei gemelli Morris nei primi 5′, Denver tocca il +25 con la tripla di Chandler ed il layup di Faried (57-82 a 6’16” dalla sirena); Afflalo, con 11 punti in poco più di 2′ (14 nel periodo), manda i Nuggets sul 64-95 (2’59” dall’ultimo intervallo). L’ultimo quarto, al quale le due squadre si presentano sul 70-99, è di normale amministrazione per Denver, che sfrutta al massimo la panchina, tanto che nessun giocatore supera i 28′ (eccetto Lawson). La partita termina 97-122 per Denver, autori di una prestazione davvero convincente.
PHOENIX SUNS (10-7): Marcus Morris 8, Markieff Morris 7, Plumlee, G. Dragic 7, Bledsoe 16, Len, Tucker 11, Gerald Green 12, Warren 11, Goodwin 11, Tolliver 3, Ennis 7, S. Randolph 4
DENVER NUGGETS (8-8): W. Chandler 11, Faried 11, Mozgov 13, Afflalo 22, Lawson 11 (10 ast), Hickson 10, Harris 8, Gallinari 11, Arthur 6, N. Robinson 6, Gee 9, E. Green 4, Nurkic