'One of those nights' speciale Finals (part II) - Quarantelli storici e trentelli inutili
E’ stata comunque la notte di Draymond Green. Nel senso che la sua assenza è stata pesante come e quanto la sua presenza sul parquet. Impossibile, infatti, non notare il fil rouge che unisce la squalifica del 23 dei Warriors alla superba prestazione offensiva dei Cavs (la seconda dopo gara 3): 53% dal campo (44/83), 41.7 da tre (10/24), con GS tornata a impelagarsi nelle difficoltà realizzative dei primi tre atti della serie:
I protagonisti, però, sono soprattutto due: Kyrie Irving e LeBron James, autori di 82 dei 112 punti di squadra e di un nuovo record nella storia delle Finals: mai prima d’ora, infatti, due compagni di squadra erano andati entrambi sopra quota 40 in una partita della serie finale, così come mai nessuna coppia aveva segnato così tanto in un singolo episodio dell’ultimo atto della stagione.
Partiamo da Lebron. Al centro delle polemiche a seguito della squalifica di Green, il Re ha risposto da par suo: 41 punti (16/30 al tiro e un inusitato 4/8 da tre), 16 rimbalzi (25 e 9 nei primi 20 minuti) e 7 assist, 3 recuperi e altrettante stoppate in poco più di 43 minuti.
In passato, soltanto Wilt Chamberlain ed Elegin Baylor sono stati capaci di mettere a referto 40 punti e 15 rimbalzi in un elimination game. Una situazione che, tra l’altro, si confà particolarmente al nativo di Akron: nelle partite senza ritorno, infatti, viaggia a 32.4 punti di media. Più di gente come Iverson, l’onnipresente Chamberlain, Durant e , naturalmente, Michael Jordan. Che si è visto superato da LBJ anche per numero di partite sopra i 20 ai playoff: il parziale ora recita 174-173. Il tutto togliendosi anche lo sfizio di superare Magic Johnson al nono posto all time per punti realizzati alle Finals.
Irving, dal canto suo, non ha voluto essere da meno: 13 punti nel solo primo quarto, 23 nel secondo tempo, chiudendo a quota 41 (17/24 dal campo, 5/7 dall’arco), 3 rimbalzi, 6 assist 2 recuperi e una stoppata in meno di 40 minuti di impiego.
E anche per lui la soddisfazione di aver eguagliato un mostro sacro del passato. Chi? Ma il solito ‘The Big Dipper’ che, in quanto a record Nba, ha sempre voce in capitolo. Come Chamberlain, infatti, anche Irving è stato in grado di realizzare più di 40 punti in una partita di finale tirando con il 70% dal campo.
Non è andato lontanissimo dal (ri)scrivere la storia (sua e di squadra) nemmeno Klay Thompson: in una serata in cui Curry non ha brillato (25 punti con 8/21 e 5/15 al tiro), l’altro ‘Splash Brother’ ha scritto 37 (26 nei primi 24 minuti) con 11/20 dal campo e 6/11 da tre. E la sensazione è che se i Warriors avessero chiuso la serie quell’MVP delle Finali avrebbe trovato nel figlio di Mychal un degno padrone.