I Nuovi Vendicatori
Un’altra vittoria, tanto per dare continuità, tanto per continuare a stare sulla mappa e mettere in chiaro le cose. La stagione è appena cominciata, ma una delle note liete risponde al nome dei Los Angeles Lakers.
E dov’è la novità? Parliamo pur sempre della seconda franchigia più titolata di sempre, di una squadra campione NBA appena sei anni fa, di una storia vincente che attraversa il ‘900 e si tuffa senza paura anche nel nuovo millennio con 5 titoli negli ultimi 16 anni.
Vero, ma la novità c’è: perché non era (e non sarà) così facile ricostruire una squadra da zero, con volti nuovi e voglie nuove, con una storia che pareva andare persa ed invece potrebbe nuovamente fare la differenza.
Da Kobe a Luke. Un salto generazionale e nel vuoto. Il volto nuovo più importante, poi, nuovo non lo è nemmeno così tanto. Dalle parti dello Staples Luke Walton, figlio della California, lo conoscono molto bene visto il decennio abbondante passato in maglia gialloviola con titoli, vittorie, soddisfazioni e record da mettere in saccoccia. Non era un protagonista assoluto in campo, ma tra i segreti dello spogliatoio di Phil Jackson c’era sicuramente il figlio di Bill.
Tutti pensavano avesse meno qualità del padre, ma si sbagliavano: semplicemente il basket che ha nelle vene ha preso una strada diversa. Perché coach lo è sempre stato, la panchina l’ha sempre vissuta pienamente, e negli anni di panca allo Staples ha potuto approfondire al meglio la psicologia del ruolo di allenatore già pronto all’uso appena messe le scarpette al chiodo.
Da Phil, suo grande maestro, a Steve Kerr, uno che a sua volta aveva imparato dal Maestro Zen ai tempi di Chicago. Frutti di uno stesso albero che non cadono troppo in là, ecco perché la chimica portata sulla Baia fa subito la differenza; il titolo del 2015 è un successo per i due coach e quando i problemi alla schiena costringono Kerr alla degenza all’inizio della scorsa stagione, l’ex stella dei Bulls non ha alcun dubbio: la squadra va in mano a Luke.
Da quell’avvio strepitoso, il record di vittorie stagionali di sempre: un 73-9 che Walton sente in gran parte suo.
I Playoffs sono una storia a parte, ma per il secondo titolo di fila è mancato veramente un attimo: la storia è nota, ma quando i Warriors si arrendono ai Cavs in Gara 7 delle scorse Finals, Walton ha già capito che la sua storia sulla Baia è già finita.
Valigia nuova, destinazione vecchia: il viaggio che era partito da LA porta proprio ad LA, alla prima esperienza da allenatore capo.
I Lakers hanno appena salutato Kobe Bryant, suo ex compagno di tante vittorie, chiudendo un’epoca dopo 20 anni di successi, e puntano su di lui per tornare ad essere grandi.
Per una squadra di giovani promesse, un allenatore che le promesse le sta già mantenendo; la scelta di Brandon Ingram all’ultimo Draft va anche in questa direzione.
Walton ha preso in mano il gruppo sin da subito (e le ammissioni dei giovani Lakers lo testimoniano, come il “Farei di tutto per lui” pronunciato da Clarkson qualche giorno fa) e i risultati non tardano ad arrivare: dopo le prime 10 uscite stagionali il record di 6-4 basterebbe per fare contenti i tifosi gialloviola che, dopo un bel po’ di anni di difficoltà, sembrano vedere la luce.
Il gruppo ha potenzialità da vendere e si appoggia alla qualità di tante facce nuove con l’ausilio di pochi ma decisivi esperti: Williams, Deng, Mozgov e Young fanno bene a questi Lakers che vogliono andare lontano.
Come i nuovi Vendicatori dell’universo Marvel, i gialloviola devono cancellare i risultati negativi delle ultime stagioni e l’obiettivo, per riuscirci, sono i Playoffs. Attualmente sesti, il record stagionale nasconde più di un dato per essere felici: i ragazzi di Walton sono sul 3-0 se contiamo le gare contro squadre della Division e 5-3 se allarghiamo il discorso alla Conference (la W con Golden State il punto più alto).
doveva essere il primo anno della ricostruzione (e lo sarà), ma è davvero così impossibile tornare sin da subito protagonisti?
Andatelo a chiedere a Luke. Il basket che gli scorre nelle vene vi risponderà.