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New York Knicks @ Houston Rockets 103-130: Porzingis brilla, Harden e Anderson di più

Al Toyota Center di Houston, TX, arrivano i nuovissimi Nnew York Knicks. Tanti gli spunti interessanti di questo match di preseason, dai volti nuovi sulle panchina delle due squadre (Hornacek da una parte e D’Antoni dall’altra), all’esordio in maglia Knicks di Derrick Rose, l’uomo probabilmente più atteso nella Grande Mela. D’altra parte gli Houston Rockets hanno già esordito in questa preseason, affrontando e battendo gli Sharks, test non all’altezza di una squadra NBA. Non c’è solo Rose come volto nuovo: i quintetti delle squadre sono diversi rispetto a quelli della passata stagione. C’è Ryan Anderson che esordisce con la maglia dei Rockets, c’è Courtney Lee che per la prima volta veste la canotta blu-orange dei Knikcs.

Il leitmotiv del primo quarto riguarda gli attacchi, sicuramente vincitori sulle difese (rivedibili) di entrambi i team. Houston dimostra di avere un’ottima mira dall’arco, soprattutto perchè la nuova vena da assistman di Harden facilita i tiri aperti che i tiratori non disdegnano. I Knicks faticano ad entrare nelle dinamiche del “triangolo” e basano gran parte dell’attacco sui pick&roll ben giocati con Porzingis (il migliore di NY). La monotonia dell’attacco di Hornacek e le percentuali basse, contro quelle alte dei padroni di casa, non aiutano il punteggio che dopo 12 minuti dice 27 Rockets, 15 Knicks. Ad inizio secondo quarto si accendo una mini sfida personale tra Harden e Anthony ma sarà il barbuto ad avere la meglio. I Rockets continuano ad essere praticamente infallibili dalla lunga distanza e il distacco si allunga: a metà secondo quarto il punteggio è di 47-31, con i Knicks in piena balia degli avversari. Porzing inventa in attacco ma difensivamente riesce ad essere poco incisivo, un po’ come tutta la sua squadra. E se la difesa non morde una squadra di D’Antoni e quest’ultima è in giornata, il risultato non può che essere un quarto da 27 punti segnati e 41 (!) concessi. Si va egli spogliatoi sul punteggio di 68-42.

Il motivo della gara non cambia quando le squadre fanno rientro sul parquet e se Hornacek migliora l’attacco parlando con i suoi negli spogliatoi, lo stesso ragionamento non vale per la difesa, pronta a concedere un altro quarto da oltre 30 punti (36). Porzingis da un lato e Anderson dall’altra bruciano a ripetizione le retine dei rispettivi canestri (il lettone chiuderà con 5/6 da 3 e Anderson con uno straordinario 7/13) ma il divario tra le due squadre resta pesante. Lee legge praticamente in ogni situazione solo la tarda di James Harden, concedendogli il più delle volte anche il gioco potenziale da 3 punti. La partita termina idealmente quando mancano 3 minuti per finire il terzo periodo, nel momento in cui The Bear segna un fallo-e-canestro da 3 punti, fuori equilibrio, dall’angolo e con tanto di piedi non rivolti verso il canestro. L’ultimo quarto è puramente di contorno: spiccano Kuzminskas da una parte e Wiltjer dall’altra. In totale la squadra di D’Antoni tirerà 42 volte da 3 punti (contro le 31 volte dei Knicks), mandando a bersaglio il 47.6% dei tiri, che tradotto in termini pratici corrispondono a 20 triple realizzate. Finisce con un sonoro 103-130 in favore degli Houston Rockets. Anderson e Harden vanno oltre quota 20 e giocano il numero dei punti è sinistramente simile a quello dei minuti giocati: Ryan 26 in 29′, Harden 28 in 29′. Da sottolineare la seconda partita in cui Harden va oltre quota 10 assist (11).

NEW YORK KNICKS (0-1): Anthony 10, Porzingis 22, O’Quinn 4, Lee 8, Rose 16, Thomas 6, Jennings 7, Hernangomez 4, Holiday 4, Ndour 2, Vujacic 5, Plumlee 4, Randle 4, Baker, Kuzminskas 7, Tokoto.

HOUSTON ROCKETS (2-0): Ariza 10, Anderson 26, Capela 6, Harden 28 + 11 AST, Gordon 10, Nene 10, Brewer 8, McDaniels 9, Prigioni 3, Dekker 3, Ennis, Harrell 4, Payton 2, Brown, Wiltjer 9, Taylor 2.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone