New Orleans Pelicans, una stagione per evitare il limbo
Non c’è un reale motivo per il quale i New Orleans Pelicans non possano fare bene. Magari prima dei due anni preconizzati da Shaq in una recente intervista. C’è un coach nuovo e preparato come Alvin Gentry, il Draft ha portato in dote uno tra i migliori realizzatori della NCAA come Buddy Hield e Anthony Davis sembra sempre meno solo sull’isola. Eppure l’impressione è che manchi ancora il canonico centesimo per raggiungere l’altrettanto canonico dollaro. E questo ben al di là dei gravi problemi familiari (a proposito, in bocca al lupo) che terranno fuori a lungo Jrue Holiday.
DOVE L’ABBIAMO LASCIATA – A un deludentissimo dodicesimo posto nella Western Conference (dopo i playoff conquistati l’anno prima), figlio di un 30-52 in stagione regolare. Un autentico incubo ad occhi aperti che in Louisiana sperano di non ripetere.
IL MERCATO ESTIVO – La free agency ha portato in dote Solomon Hill, Terrence Jones, Langston Galloway ed E’Twaun Moore (Chris Copeland, Lance Stephenson e Robert Sacre si stanno ancora giocando il posto dopo aver firmato dei non garantiti), in luogo di Ryan Anderson, Luke Babbitt, Norris Cole, Toney Douglas, James Ennis, Eric Gordon, Jordan Hamilton e Kendrick Perkins. Oltre a Hield, poi dal Draft è stato pescato anche il centro Cheik Diallo che, però, rischia di non trovare spazio tra Ajinca e Asik.
L’UOMO FRANCHIGIA – Il nome è sempre lo stesso: Anthony Davis. Chiamato, come il resto della squadra, al definitivo salto di qualità dopo una stagione un po’ così costellata da tanti (troppi) problemi fisici. Mezzi e potenzialità continuano ad essere semplicemente spaventosi e il diretto interessato ci mette del suo, lavorando duramente durante ogni off season per migliorarsi nei fondamentali. Il giorno che riuscirà a tradurre tutto questo in effettivo impatto sui due lati del campo saranno dolori. Per gli altri, ovviamente.
A COSA PUNTARE – La piega di lieve appiattimento che sembra aver colpito la Western Conference potrebbe dare qualche chance di playoff anche a questi Pelicans ancora alla ricerca di una precisa identità. Il nuovo sistema di gioco introdotto da Gentry sembra intrigante e potrebbe pagare gli stessi dividendi avuti con i Phoenix Suns che andarono a due gare dalla Finale del 2010. Ma ci vorrà tempo e tanta pazienza. L’ideale sarebbe mantenersi sulla linea di galleggiamento del 50% di vittorie per poi provare l’allungo decisivo nel finale.
IL PRONOSTICO – Immediatamente a ridosso della zona playoff.