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NCAA FINAL FOUR - Istruzioni per l'uso

a cura di Lorenzo Sonnino

Siamo finalmente giunti alla fase finale del campionato NCAA, e dopo qualche risultato inaspettato , ma soprattutto molti pronostici rispettati, siamo giunti ai nomi delle quattro squadre che si giocheranno il titolo questo fine settimana ad Indianapolis.

KENTUCKY WILDCATS

Kentucky è sicuramente una delle squadre più quotate: vincitrice nel 2012 e finalista l’anno scorso, quest’anno vanta un record eccezionale di 38 vittorie e nessuna sconfitta, che la rende di fatto la squadra da battere.
Questa serie di successi proviene principalmente dalla solidità difensiva della squadra, come dimostrano i 28,3 rimbalzi catturati nella propria area e le 7,5 stoppate inflitte di media a partita, ma soprattutto i soli 53 punti concessi ad allacciata di scarpette durante le 4 partite del torneo NCAA, dati migliori tra le quattro finaliste.
I Wildcats, inoltre, sanno essere incisivi anche a livello offensivo, grazie ai 72,3 punti realizzati a partita, secondi solo a Wisconsin.
La presenza di tre lunghi (Cauley-Stein, Towns e Lyles) in quintetto, però, incide negativamente sul giro-palla della squadra, che risulta di conseguenza la peggiore in assist forniti (11,5) ed in palle perse (10).
Per la vittoria del titolo e, quindi, la stagione perfetta, coach Calipari si deve affidare alla solidità del proprio team ed alla qualità di Towns e compagni, prestando però molta attenzione al sopracitato giro-palla, che potrebbe creare qualche problema in questa fase del torneo.

MICHIGAN STATE SPARTANS
Michigan State è la sorpresa di questa stagione: nonostante 18 partecipazioni consecutive al torneo NCAA, infatti, dimostrino il valore della squadra, la settima testa di serie ad est di quest’anno, derivante da un record di 23-11, non sembrava offrire grandi possibilità di approdare alle Final Four. Le ottime prestazioni del trio Trice, Valentine e Dawson, però, hanno permesso agli Spartans di strappare una serie di risultati importanti e di regalare ai loro tifosi il sogno del titolo.
I loro successi derivano principalmente dalla bravura nel far girare il pallone, come dimostra il rapporto tra assist serviti e palle perse, che con 1,8 passaggi vincenti ogni palla regalata agli avversari è il migliore tra le finaliste.
Il tiro, invece, è croce e delizia di Michigan State: se il 38,8% dalla lunga distanza è, infatti, un dato che ha influito positivamente sui risultati di squadra, il 42,5% globale dal campo è una percentuale molto scarsa e nelle prossime partite deve essere migliorata per poter essere competitivi fino alla fine.
Per la vittoria del titolo, coach Izzo dovrà quindi affidarsi alle qualità del suo giocatore di punta, Travis Trice, guardia senior di 180cm che ha trascinato gli Spartans fino a qui grazie ai suoi 19,8 punti di media a partita nel torneo, ed alla qualità del giro-palla della propria squadra, ma è fondamentale che i suoi migliorino la selezione di tiro, altrimenti le chances di trionfo saranno esigue.

DUKE BLUE DEVILS
Duke è considerata la favorita alla vittoria finale sin da quest’estate, quando l’approdo di giocatori molto quotati alla High School come Okafor, Jones e Winslow sembrava non offrire possibilità di vittoria agli avversari.
Durante la Regular Season non c’è stato il dominio assoluto che si era preannunciato, ma i Blue Devils hanno ugualmente macinato vittorie, ottenendo un ottimo 33-4 di record, giungendo senza troppe difficoltà alle Final Four.
I punti di forza di Duke sono la percentuale di tiro molto elevata, sia da due che da tre punti, merito dell’alta efficienza di Okafor sotto i tabelloni e di Winslow da media e lunga distanza, e la capacità dei piccoli Cook e Jones nell’assistere i compagni e nel rubare palla agli avversari.
La squadra della Carolina del Nord, però, è un po’ carente sotto i tabelloni avversari, raccogliendo solo 6,8 rimbalzi offensivi a partita; anche il numero di stoppate date a partita, 3,8, è insolitamente basso: questi dati stupiscono, considerando la presenza di Okafor nel ruolo di centro, tanto da indurre i maggior esperti a diminuire le sue quotazioni al draft, dopo molti mesi di primato.
Coach Krzyzewski, considerando la propria esperienza e la qualità indiscussa dei propri giocatori, deve motivare i propri ragazzi e mantenerli focalizzati sull’obiettivo: se riuscirà in questo compito e i suoi giocatori giocheranno al meglio, gli avversari non potranno fare molto per contrastarli.

WISCONSIN BADGERS
Wisconsin è la classica squadra che raggiunge grandi traguardi segnando sempre un punto in più degli avversari, trascinata dal talento offensivo dei propri giocatori.
I Badgers, infatti, hanno raggiunto le Final Four con il miglior attacco e la peggior difesa, rispettivamente 80,5 punti realizzati e 71,2 punti subiti a partita durante il torneo; questi dati derivano dalla presenza in campo di Dekker e Kaminsky, giocatori in grado di segnare 44,5 punti a partita in due, con percentuali elevatissime dal campo (60,4% da due e 48,1% da tre il primo, 53,6% da due e 62,5% da tre il secondo), ma totalmente disinteressati alla fase difensiva.
L’incapacità difensiva della squadra è facilmente leggibile nelle statistiche: 1,3 stoppate, 4 palle rubate e soli 15 rimbalzi catturati nella propria area a partita non sono solo i dati peggiori tra le squadre finaliste, lo sono anche con un margine molto ampio su chi li precede.
Coach Ryan dovrà quindi proseguire con la sua tattica, affidando tutto nelle mani di Kaminsky e Dekker, chiedendo però un maggiore sforzo nella propria metà di campo, nel caso in cui non sia possibile mantenere il proprio ritmo offensivo.

In attesa di conoscere chi trionferà nella notte tra Lunedì e Martedì, godiamoci le imprese dei futuri campioni della NBA.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone