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L’opzione era una: vincere. Ed è stata seguita alla perfezione. Ma il difficile stava nelle modalità: bisogna azzannare l’avversario dal primo all’ultimo minuto, essere praticamente perfetti. E Cleveland è riuscita anche in questo.
Da cosa lo si capisce? Due fattori su tutti: il primo, Golden State esce a testa bassa pur segnando 116 punti, che in qualsiasi altro universo significherebbero vittoria; il secondo, i tre arbitri hanno sbagliato una quantità indicibile di scelte, ma la leadership dei Cavaliers non è mai stata messa in discussione.

ANCORA VIVI – Rispettata la Legge della QArena, quella con la L in maiuscolo. Cleveland s’è ripresa in Gara 4 quello che la sorte e Durant le avevano scippato nel terzo episodio della Serie e l’ha fatto alla grande, con medie pazzesche, record su record frantumati e finalmente tutto il roster nella partita.
Era il fattore mancante alla squadra di Lue che, per un motivo o per l’altro, non aveva mai avuto le teste di tutti concentrate nella gara imminente.
Invece stavolta c’erano tutti: JR inaugura la serata al tiro sin da subito (finirà con 15 punti tutti siglati coi piedi dietro l’arco), Thompson è il dominatore del pitturato (chiuderà con 10 rimbalzi), LeBron è LeBron e Kyrie fa la differenza. Se il leader emozionale dell’Ohio è quello che indossa la 23 sulle spalle, Irving è di certo il talento più splendente, il trascinatore. Il livello a cui ha portato il suo gioco in questi Playoffs lascia senza parole, bussando violentemente alla porta del podio dei migliori della Lega. Chiuderà con 40 punti e la difesa ospite sta ancora cercando di capire come limitarlo.

INCUBI – Adesso si che ci sono sulla Baia. Si torna ad Oakland, ma Golden State ha una paura infinita. Si sentivano il titolo nelle tasche, avevano già le maglie celebrative sotto le canotte da gioco, ma hanno dovuto riporre tutto in borsa e ripartire immediatamente. 3-1 dice il tabellone, lo stesso 3-1 che un anno fa aveva poi ribaltato il risultato. Stavolta, però, i Warriors hanno tutte le attenuanti di questo mondo: hanno giocato alla grande offensivamente, possono registrare un super Durant nonostante tutto e a questi Cavs non si poteva umanamente opporre resistenza. La QArena si è risvegliata quando sembrava il momento di crollare per sempre ma ora Cleveland non ha più nulla da perdere. È questo che spaventa Kerr e i suoi, oltre ad una innaturale involuzione dei meccanismi mentali di questi Warriors: gli errori arbitrali hanno ricacciato spesso indietro GS nel bel mentre di un abbozzo di rimonta, ma i nervi saldi dei Warriors sono scomparsi. Se Green sarà ancora in campo alla prossima lo deve solo ad un ennesimo errore arbitrale. Pachulia, invece, molto probabilmente non ci sarà: il colpo inflitto a Shumper a gioco fermo e sotto gli occhi dell’arbitro potrebbe costargli caro. Carissimo. Ma, con ogni sincerità, non è questo che dovrebbe spaventare Kerr.

GARA 5 – Noi che il basket lo amiamo da qua giù, seduti sulle poltroncine o sul divano di casa, seduti in tribuna o sulle panche di un bar con gli amici, non possiamo che esserne felici. Altri 48 minuti di spettacolo compresi nel prezzo del biglietto, un’altra partita da godersi dal primo all’ultimo minuto. Non scontata, poi, perché tra Golden State e Cleveland può davvero succedere di tutto in ogni momento. La matematica non mente: i Warriors hanno ancora moltissime percentuali a favore perché basterebbe avere un punto in più a fine gara per chiudere le ostilità. Ma la matematica era la stessa anche un anno fa e spesso gli Dei del basket hanno poco a che vedere con il far di conto. C’è di mezzo la testa, la voglia: se i Warriors sapranno approcciare al meglio lunedi, vorrà dire che la lezione di un anno fa sarà servita, ma se dovesse accadere il contrario non sorprendiamoci. Si potrebbe parlare di una vera e propria ‘warriorsite’ a quel punto. Se i Cavaliers dovessero rilassare i nervi, giocare il tutto per tutto e portare a casa il quinto episodio della serie, allora parleremmo di tutt’altra cosa. Con una probabile Gara 7 dietro l’angolo e l’ennesimo finale incredibile.

NB. Nei due precedenti confronti, mai nessuna ha vinto il titolo davanti ai propri tifosi: Golden State ha esultato in Gara 6 in Ohio nel 2015, successo in Gara 7 sulla Baia per i Cavs nel 2016.
Anche questi sono dati. Dati che Durant e Compagni vorrebbero stravolgere in un solo colpo.

 

 

 

 

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone