NBA24 PREVIEW - Utah Jazz, Snyder e i suoi giovani per un sogno chiamato Playoff
COME L’ABBIAMO LASCIATA – La stagione 2014-15 della franchigia di Salt Lake City si è chiusa con un record di 38-44, che è valso l’11° posto nella Western Conference, a 7 vittorie dai Pelicans di Anthony Davis, ultimi qualificati ai Playoff. Di certo un miglioramento, dopo il 25-57 dell’anno prima, ma il rendimento altalenante e l’inesperienza dei ragazzi agli ordini di coach Quin Snyder hanno precluso la possibilità di post season.
MERCATO ESTIVO – In generale, i Jazz sono stati tra le squadre che meno hanno animato la sessione estiva di trasferimenti. E questo anche se Utah è tra le franchigie con più spazio salariale a disposizione (24° come monte salari, con 59.2 milioni di dollari). Le uniche operazioni compiute sono quelle che hanno visto arrivare Jeff Withey dai Pelicans e andare Jeremy Evans ai Mavericks. Sono stati, quindi, firmati cinque rookie. Al Draft di Giugno, Utah ha selezionato, alla #12, l’ex Wildcats Trey Lyles, ala grande canadese che potrebbe costituire una buona opzione in uscita dalla panchina; e, alla #42, un altro canadese, Oliver Hanlan, il quale, però, ha poi preso la via dell’Europa, firmando per lo Zalgiris. Dal Vecchio Continente, Spagna per l’esattezza, sono stati firmati il 23enne italo-brasiliano Raul Neto (scelta #47 degli Hawks al Draft 2013) e il gigante teutonico 25enne Tibor Pleiss (scelta #31 dei Nets al Draft 2010). Infine, il front-office dei Jazz ha firmato due giocatori “undrafted” lo scorso Giugno, ovvero sia J.J. O’Brien e Treveon Graham.
L’UOMO FRANCHIGIA – Trattando di Utah, non possiamo non riferirci a Gordon Hayward. Il 25enne di Indianapolis si appresta a cominciare la sua sesta stagione tra i Pro e rappresenta uno dei numeri 3 più completi del panorama NBA, efficace in entrambe le metà campo. Personaggio serio e concentrato, assiduo frequentatore della palestra, Hayward, finora, ha dimostrato una crescita costante, migliorando sempre i suoi numeri dal primo anno da rookie. Infatti, è passato da 5.4 punti nel 2010-11 a 19.3 punti di media ad allacciata di scarpe lo scorso anno. Allo stato attuale, il prodotto di Butler è un ottimo giocatore, ma non fa ancora parte della cerchia dei top della Lega. Se riuscisse a compiere quest’ultimo step di sviluppo, allora davvero Hayward potrebbe ambire a condurre la sua squadra verso un futuro roseo.
A COSA PUNTARE – Obiettivamente, già il solo lottare per l’8° posto nella super competitiva Western Conference sarebbe un gran risultato. Accedere alla post-season un vero miracolo. Non perché il roster a disposizione di coach Snyder sia di scarso livello, anzi. Ma l’età media molto bassa del presumibile roster titolare, con il deficit di esperienza che ne consegue, potrebbe risultare decisivo. Ma guai a sottovalutarli, visto anche cosa sono stati capaci di fare la scorsa stagione, nel periodo post All-Star Game. Soprattutto se Rudy Gobert esploderà definitivamente. Il centro francese, già segnalato tra i centri più futuribili di tutta la Lega, si è migliorato tantissimo nel suo anno da Sophomore; grandissimo difensore, se riuscirà ad incrementare i suoi numeri anche in attacco, non solo potrà dare una grossa mano a Hayward, ma anche spostare gli equilibri, per quanto riguarda Utah. Da tenere d’occhio anche la crescita dei vari Hood, Favors e Burke, mentre è un peccato l’assenza, probabilmente per tutta (o quasi) la stagione, dell’aussie Dante Exum.
PRONOSTICO – 42-40 e 10° posto nella Western Conference. Come ribadito in precedenza, è molto difficile immaginare Utah in campo a fine Aprile. Però, se tutti i pezzi del mosaico andranno al loro posto, i Jazz potrebbero rivelarsi come una delle sorprese della stagione.