NBA24 PREVIEW - Orlando Magic: l'anno della svolta per Oladipo e compagni?
COME L’ABBIAMO LASCIATA – L’annata 2014-2015 è stata la terza consecutiva contraddistinta da risultati deludenti in regular season, e, di conseguenza, dal mancato accesso ai playoff; dopo l’addio di Howard nel 2012, infatti, la dirigenza è stata costretta a cambiare obiettivi, iniziando la ricostruzione della squadra e smantellando il nucleo di senatori, a favore di giovani promesse e di scelte al draft.
L’inizio di stagione, però, non è stato dei peggiori e, nonostante 4 sconfitte nelle prime 4 partite, la squadra è riuscita a reagire ed a mantenere un record vicino al .500 fino alla prima settimana di dicembre. Da questo momento in poi è iniziato il vero periodo buio, terminato solo a ridosso dell’all star break, nel quale la squadra della Florida è riuscita ad ottenere solo 8 vittorie in ben 33 partite giocate. Nella parte finale della regular season si è registrato un piccolo miglioramento, ma le possibilità dei Magic di approdare ai playoff erano state ormai compromesse.
MERCATO ESTIVO – Rob Hennigan, team manager della squadra, ha proseguito il proprio processo di rebuilding anche durante questa offseason; l’aggiunta di Shabazz Napier, MVP delle finali NCAA 2014, e di Mario Hezonja, scelto con la quinta chiamata assoluta all’ultimo draft, hanno rafforzato il pacchetto di giocatori giovani e talentuosi che stanno componendo il nucleo di questa squadra. La riconferma di Harris, invece, ha lanciato un messaggio importante al resto della NBA: corteggiato da molte squadre blasonate, Lakers su tutti, Tobias ha preferito proseguire il proprio sviluppo cestistico in Florida, dimostrando di credere nel progetto e di voler provare a vincere con i Magic. Infine, Jason Smith e C.J. Watson, in uscita rispettivamente da Knicks e Pacers, hanno portato la maturità necessaria per far crescere i giocatori meno esperti.
In uscita, si registrano gli addii di Ben Gordon, Luke Ridnour e Kyle O’Quinn, considerati inadatti alle idee tattiche di coach Skiles.
L’UOMO FRANCHIGIA – Alla sua terza stagione nella Lega, Victor Oladipo è chiamato a fare il salto di qualità definitivo, dopo il netto miglioramento già ottenuto nell’anno passato; le sue statistiche individuali lo dimostrano: 17,9 punti di media a partita sono un sensibile passo in avanti rispetto ai 13,8 dell’annata precedente, ed anche le sue percentuali da tutti i lati del campo hanno avuto un leggero incremento. Guardia tiratrice e, all’occorrenza, playmaker, ha nella forza fisica e nella visione di gioco le sue qualità migliori: penetra con facilità, cattura un alto numero di rimbalzi per il ruolo (4,2 a partita nei suoi due anni di carriera) e aiuta i compagni con passaggi illuminanti. Quando la partita entra nel vivo, prende per mano la squadra, dimostrando la propria leadership, pur non riuscendo sempre ad essere determinante; la giovane età e le perfezionabili, seppur discrete, doti di tiro a volte lo limitano.
Nikola Vucevic, centro dalle spiccate doti offensive e dall’importante presenza nel pitturato, ed il sopracitato Harris, ala versatile e minacciosa da tutti i lati del campo, sono i suoi scudieri più fidati, nell’attesa dell’esplosione di Gordon, Payton ed Hezonja.
A COSA PUNTARE – Ogni anno l’esperienza dei Magic aumenta, e in una conference equilibrata come quella dell’Est, in cui solo Cavaliers, Bulls e Heat sembrano attrezzate per il titolo, potrebbero prospettarsi risultati inaspettati. L’obiettivo rimane certamente il proseguimento dello sviluppo dei giocatori meno esperti, ma se si dovesse creare una buona chimica di squadra, nulla vieterebbe agli uomini di coach Skiles di puntare al raggiungimento della post season.
IL PRONOSTICO – Verosimilmente Orlando si piazzerà tra l’ottava e la decima posizione nella conference orientale, aggiungendosi a Celtics, Nets, Pacers e Hornets alla lotta per l’accesso ai playoff. Nel caso riuscisse a proseguire il proprio percorso, difficilmente potrebbe superare, però, il primo turno.